Sarà la Calabria ad ospitare il prossimo incontro dei vescovi orientali cattolici d’Europa. Nel 2018 – dal 14 al 17 giugno, infatti, si svolgerà nell’Eparchia di Lungro degli Italo– Albanesi in Italia, su invito del vescovo, monsignor Donato Oliverio. La decisione al termine dell’ultimo incontro svoltosi a Londra dal al 26 al 29 ottobre 2017 presso il Centro per l’Unità del Movimento dei Focolari, a Welwyn Garden City. Sono stati giorni intensi d’incontri, di conferenze, di dibattiti, ma soprattutto di «fraternità e di preghiera, in cui si sono condivise speranze e sofferenze, progetti e difficoltà delle Chiese Orientali Cattoliche dell’Europa», si legge in una nota diffusa al termine dei lavori dai quali è emerso che «è Cristo celebrato, annunciato e vissuto il vero mistagogo della fede, che ci guida e ci sostiene nella nostra missione di annuncio del Vangelo». All’incontro londinese erano presenti una quarantina di vescovi, sacerdoti ed esperti nella catechesi, provenienti dall’Inghilterra fino all’Ucraina, dai Paesi scandinavi fino alla Grecia. Il tema generale dell’incontro era l’annuncio, la conoscenza e la vita di fede in Cristo (Kerigma–Catechesi– Mistagogia). Giorni durante i quali si è commemorato anche il sessantesimo dell’Eparchia ucraina della Sacra Famiglia di Londra. Questa ricorrenza – spiega una nota – «ci ha dato l’opportunità di ricordare con gratitudine la sollecitudine pastorale della Santa Sede che andava incontro ai bisogni pastorali dei fedeli orientali cattolici sparsi nell’Europa occidentale. In questo modo si è potuta valutare la situazione specifica delle Chiese Orientali Cattoliche in tutte le circostanze di diaspora, con la speranza che l’esperienza del passato, anche oggi, possa servire da ispirazione nel proseguire l’impegno pastorale da parte di tutte le realtà ecclesiali verso i fedeli che sono emigrati fuori dai propri paesi».
Alla sessione inaugurale il nunzio apostolico in Gran Bretagna, monsignor Edward Adams, ha portato il saluto di Papa Francesco che ha «invocato la sua benedizione apostolica sulla riunione» e ha esteso il suo saluto ai fedeli dell’Eparchia ucraina e all’arcivescovo maggiore. Il nunzio apostolico ha insistito sulla necessità «di annunciare il Vangelo, di proclamarlo e di scoprire la bellezza di una vita di comunione con Dio e con gli altri» e ha proposto «l’immagine di Cristo come antidoto per i mali del momento presente. Attraverso il kerigma e la mistagogia anche oggi l’opera salvifica di Cristo continua attraverso la sua Chiesa». I vescovi orientali cattolici europei si sono sentiti «rincuorati dall’amore del Signore nel nostro servizio ecclesiale, da quella Divina Grazia che guarisce le nostre debolezze, dall’amore del Signore verso la sua Chiesa che ci spinge nell’annuncio del suo Vangelo», spiegano al termine dei lavori: «siamo convinti della necessità centrale e fondamentale dell’annuncio di Cristo con una catechesi e una mistagogia che nascono dalla celebrazione della Divina Liturgia come luogo della confessione e della celebrazione della nostra fede.
Mistagogia che sgorga dal Vangelo stesso, dai testi della liturgia, dall’iconografia, per portare i nostri fedeli alla contemplazione del mistero di Cristo, Verbo di Dio incarnato dallo Spirito Santo e dalla sempre Vergine Maria». Le diverse liturgie celebrate durante l’incontro di Londra hanno permesso anche di «sperimentare la ricchezza della cattolicità che si manifesta attraverso le diverse tradizioni cristiane che da quasi due millenni conformano il volto cristiano dell’Europa. Questo fatto ci ha resi coscienti della chiamata sempre nuova a testimoniare il Vangelo della misericordia, dell’amore e della riconciliazione al mondo odierno, segnato dalla sofferenza, dalla povertà, dall’ingiustizia, e dai conflitti armati che affliggono il volto di tante delle nostre Chiese e dei nostri popoli. Invochiamo, in particolare, il dono della pace e della riconciliazione per il popolo ucraino, martoriato da troppo tempo dalla violenza e dalla guerra, ricordando anche la persecuzione e le sofferenze dei nostri fratelli cristiani del Medio Oriente».
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