Sinceramente non ricordo da quanti anni partecipiamo alla Colletta Alimentare del Banco alimentare. Saranno 12, 15, 18 anni, non lo so. Quello che invece ricordo, sono i sempre più numerosi gruppi della Locride che partecipano, gli incontri con i clienti dei supermercati e certamente la preziosa squadra nostra di volontari che si impegna a prescindere del freddo, del sole, della pioggia o del vento. «Siamo veramente sicuri che questa mia spesa arrivi ai poveri?», così la domanda di un cliente insicuro per le tante bad news diffuse in TV sulla gestione di iniziative di beneficienza. Poi ricordo gli occhi fieri di quel bambino timido che ci porta la busta della spesa piena di vari alimenti, o quel signore che anno per anno si presenta e risponde alla nostra volontaria che lo invitava a fare la spesa, offrendo una busta vuota: «No, non mi serve la busta». All’uscita del supermercato si presenta con un carello pieno di beni alimentare di ogni tipo. Per non dimenticare quelle persone che ci dicono: «Non mi serve niente del supermercato, sono venuto di proposito per fare la spesa per la Colletta Alimentare». Sto costatando che la Colletta Alimentare fa bene a tutti, perché apre gli occhi al mondo delle famiglie, degli anziani o giovani in difficoltà economica, un mondo che non è più filtrato attraverso la TV o internet, quel mondo ci viene vicino e ognuno di noi ha l’opportunità di diventare parte attiva, di diventare protagonista. Già Gesù faceva così. Di fronte a 5000 persone che, facendosi sera i discepoli volevano mandarli via per andare a comprarsi da mangiare, Gesù rispondeva: «Non hanno bisogno di andarsene; date loro voi da mangiare».
Geri Bantel, Centro Emmaus
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