L'archivio storico ha ospitato l'ultima lezione del corso di Storia della Chiesa reggina dell'Istituto teologico
I futuri presbiteri “scoprono” l’Archivio diocesano: tesoro di storia e fede
La finalità dell'evento formativo: far comprendere l'importanza di saper custodire e promuovere il patrimonio che ognuno potrà ricevere in dote nelle comunità in cui sarà inviato
di Gianluca Gatto
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Il 15 maggio presso l’archivio diocesano di Reggio Calabria si è svolta l’ultima lezione del corso di Storia della Chiesa reggina svolto da padre Pasquale Triulcio presso l’Istituto Teologico dell’arcidiocesi. I seminaristi hanno potuto osservare documenti e simulare ricerche.
Ci si è potuti immergere nella vastità di fonti pergamenacee, cartacee, fotografiche che hanno fatto intravvedere la ricchezza del patrimonio custodito e messo a disposizione di studiosi e ricercatori. È stato “un viaggio nel tempo” capace di riportare – tra l’altro – lo speciale uditorio ad eventi drammatici come i terremoti del 1783 e del 1908, oppure far riemergere figure importanti come Converti o Cottafavi.
È stato un momento formativo per futuri presbiteri religiosi e parroci, chiamati a saper custodire e promuovere quel patrimonio che potrebbero ricevere in eredità nei vari luoghi o parrocchie, dove verranno inviati. L’Archivio storico diocesano reggino ha origini molto antiche: i primi documenti, se si fossero conservati, risalirebbero, secondo la testimonianza di San Girolamo, al IV-V secolo (cfr. Apologia adversum Rufinum, III). Arricchitosi notevolmente dal IX secolo in poi, quando la diocesi divenne sede metropolitana della Calabria, fu ripetutamente distrutto dagli incendi appiccati prima dagli Arabi e poi dai Turchi: in particolare, quello divampato dal 2 al 7 settembre 1594 non permise di salvare alcuna carta, fatta eccezione per pochi fogli scritti negli ultimi anni dell’episcopato di monsignor Gaspare del Fosso (1560-1592).
Le prime notizie relative all’Archivio storico diocesano risalgono al 1859, in occasione della visita pastorale di monsignor Mariano Ricciardi: si tratta, in particolare, di disposizioni circa le modalità di registrazione e conservazione degli atti. In quell’occasione si dispone che il Seminario e la Mensa arcivescovile, fino ad allora dotati di un proprio archivio, versino le proprie carte all’Archivio di Curia.
Nell’Archivio atorico diocesano di Reggio Calabria tra le pochissime relazioni sullo stato dello stesso Archivio è una nota redatta dall’Archivario D. Vincenzo Tommasini e contenuta nel registro delle Visite dell’arcivescovo Converti (1873): essa riferisce che l’Archivio ha sede in una stanza «nella parte superiore ed estrema del Palazzo arcivescovile», minuziosamente descritta, ed elenca, per ciascuno di sei scaffali, le serie di documenti ivi conservati in apposite caselle, distinti per materia.
Al depauperamento del materiale cartaceo contribuirono anche i ripetuti traslochi: dopo il 1926, edificato il nuovo Palazzo arcivescovile, l’Archivio fu trasferito in due stanze a pianterreno, dove sino agli anni Ottanta si trovava ancora il deposito dei documenti; a causa dei bombardamenti del 1943 il materiale fu trasferito parte nelle stanze del Palazzo arcivescovile ritenute più sicure e parte nei sotterranei del Tempio della Vittoria.
Finita la guerra l’arcivescovo Antonio Lanza riunì tutto l’Archivio in arcivescovado, avviando l’ordinamento di quanto rimaneva. Nel 1956 monsignor Giovanni Ferro affidò tale compito al sacerdote Rocco Bevacqua, il quale ordinò il materiale in 580 cartelle collocate in 18 armadi metallici. Nel 2002 si è proceduto ad un ulteriore trasloco dell’Archivio al primo piano della superstite ala tardo- settecentesca dell’antico Palazzo arcivescovile: qui il “tesoro” è fino ad oggi custodito, arricchito sensibilmente nel suo patrimonio, grazie anche alla cura dei direttori che si sono negli ultimi anni succeduti: monsignor Nicola Ferrante, dottoressa Maria Pia Mazzitelli ed i condirettori don Imeneo e padre Triulcio, ed oggi don Antonino Ventura che ha cordialmente favorito questa visita.
L’archivio storico diocesano di Reggio Calabria-Bova, dichiarato di notevole interesse storico il 30 settembre 1997, conserva, tutela e valorizza gli archivi storici delle diocesi di Reggio Calabria e Bova. Il patrimonio documentario è costituito da documenti che vanno dal 1495 all’epoca contemporanea ed occupano circa 500 metri lineari di scaffalatura metallica. Rilevante l’attività di digitalizzazione, finanche dei registri parrocchiali delle chiese dell’arcidiocesi. Per ulteriori informazioni è possibile consultare l’ottimo sito: https://www.archiviodiocesanoreggiobova. it/.
L’appuntamento in programma domani rientra nell’ambito del progetto “SpazioCultura…la Cultura che cura”, frutto della sinergia tra Fondazione e Reghium Julii.
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