Una Chiesa al passo coi tempi. L’annuncio del nuovo corso specialistico in “Dialogo interculturale e interreligioso nell’area del Mediterraneo” presso l’Istituto superiore di Scienze religiose di Reggio Calabria, unico «esperimento» in Italia, va certamente accolto come una buona notizia.
Questo non soltato perché ampia, in qualità e quantità, l’offerta formativa degli studenti reggini che hanno già intrapreso il percorso triennale presso il “Monsignor Zoccali”, bensì per il contesto storico– territoriale in cui questo nuovo corso di laura magistrale si avvia. Il «quì e ora» rappresenta certamente il valore aggiunto di questa sfida culturale dell’arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova. In un tempo in cui cresce un pensiero xenofobo, rispondere attraverso le “armi” del sapere è un’operazione intelligente e lungimirante. Il Mediterraneo, in tal senso, è la culla perfetta per far germogliare un dibattito costruttivo, critico e sano sulla necessità di rivedere i cliché sociali consolidati nel nostro Paese. E, come sempre, il primo laboratorio è il mondo scolastico troppo spesso preso alla «sprovvista» dai cambiamenti della società.
Le classi multiculturali, però, ormai rappresentano una realtà consolidata e – pertanto – il corpo docente deve essere culturalmente allenato a questa novità che spesso cela un mare di insidie. Il corso di laurea, promosso dall’Issr, sul dialogo interculturale e interreligioso, fa fare un balzo in avanti notevole per quanti domani (o già oggi) sono insegnanti di religione nelle scuole dello Stivale.
Spesso, pensando a questa novità, si fa un riferimento meramente linguistico: i docenti e il personale scolastico non riescono – spesso e volentieri – a dialogare in lingua straniera con i propri studenti o con i loro genitori. L’Issr (ed è in questo che il corso assume un valore generale e valido per tutta la cittadinanza) ribalta il tavolo provando a porre l’accento sulla necessità di conoscere il substrato culturale dei ragazzi e delle loro famiglie per comprenderne atteggiamenti, virtù e difficoltà tra i banchi scolastici.
Si tratta, però, di un corso di laurea che non si limita (e già sarebbe un ottimo risultato!) a promuovere una specializzazione, oggi, fondamentale per gli insegnanti di religione. Tra i “profili” in uscita, infatti, vi sono diversi esperti che oggi – soprattutto nel mondo del Terzo settore – sono ritenuti fondamentali per sostenere coerentemente e correttamente la tanto sbandierata inclusione sociale.
Scuola, Terzo settore e Chiesa: le agenzie educative del territorio reggino, quindi, hanno una grandissima opportunità di essere realtà– pilota per l’intero sistema– Paese proprio in un tempo in cui il vento sovranista sembra sbarrare la strada alla multiculturialità di cui, però, il territorio reggino è valido esempio di una storia millenaria che fa proprio della commistione di identità diverse (araba, cattolica ed ebraica, giusto per restare nel novero religioso) che sono riuscite a convivere e a condividere dei percorsi di crescita individuale e collettiva.
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