Accompagnare, essere presenti, consolare. Senza giudicare, senza forzare un cambiamento ma essendo pronti a coglierlo, testimoniando il Vangelo con discrezione, con delicatezza. Potrebbe essere riassunto così il lavoro dell’unità di strada “Delicati segni di speranza”, guidato dalle suore Alcantarine di Archi e sostenuto con i fondi dell’8xMille: volontarie e volontari salgono su un pulmino, una volta la settimana, per andare a portare un tè caldo, una parola di conforto, una preghiera alle donne che si prostituiscono in strada.
«L’idea – spiega suor Loriana Torelli, superiora delle Francescane Alcantarine – è nata circa quattro anni fa assieme a un gruppo di volontari disposti a metterci in gioco. Ogni martedì andiamo per strada a incontrare queste donne. È bello perché negli anni, con molte di loro, si è instaurata una relazione di amicizia: è un cammino con loro che vivono questa situazione così drammatica».
Nigeriane, est–europee, italiane, vittime di tratta o di abusi, storie che abbattono i pregiudizi e lasciano spazio ad un impegno che è innanzitutto prossimità, costruzione di una relazione, restituzione della dignità a chi, spessissimo, viene trattato come un oggetto.
Relazioni, quelle instaurate dai volontari, che diventano importantissime per queste donne: l’incontro notturno, il bicchiere di tè, diventa occasione di conforto, mentre la figura di chi opera accanto a loro diventa punto di riferimento personale in tutti gli ambiti e per tutte le difficoltà della vita. Una relazione di familiarità che funziona e che ha fatto nascere, l’anno scorso, il progetto “Delicati segni di speranza” che, oltre alle attività dell’unità di strada, garantisce un supporto concreto attraverso l’istituzione di tre borse lavoro per le donne che volessero allontanarsi dalla vita in strada. Accanto a questo, il progetto prevede la presenza dei volontari nelle scuole della città, allo scopo di sensibilizzare i ragazzi sulle tematiche della sana affettività e di una corretta sessualità. Incontri con le comunità e i gruppi parrocchiali per abbattere i pregiudizi e confrontarsi con un problema che è innanzitutto culturale, in una città che ogni sera cambia il proprio volto e vede tante ragazze rintanarsi, perché costrette dagli abusi, dalla violenza domestica o dalla vita, agli angoli bui delle strade del centro storico e delle zone immediatamente circostanti.
«Il nostro progetto – spiega ancora suor Loriana – si chiama proprio “Delicati segni di speranza” perché non vuole essere un modo per risolvere i problemi, ma un messaggio di vicinanza, una testimonianza che l’amore di Dio non le abbandona mai». «Stando accanto a loro – conclude la religiosa – pregando insieme a quelle di loro che vogliono farlo, ho scoperto davvero il significato di quella parola di Gesù che dice “le prostitute vi passano avanti nel Regno dei Cieli”, perché queste ragazze hanno una fede così bella, così concreta, così incarnata che a volte, al confronto, quella di molti di noi non vi si avvicina neanche».
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