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La rete ecclesiale latinoamericana Clamor, espressione del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), impegnata nella difesa dei diritti dei migranti e dei rifugiati, esprime, in una nota diffusa ieri e pervenuta al Sir “profonda preoccupazione per le recenti misure sull’immigrazione attuate dall’Amministrazione del presidente Donald Trump. Queste misure hanno un impatto significativo sulla vita di migliaia di migranti e rifugiati in cerca di una vita migliore negli Stati Uniti, sulle loro comunità e famiglie e sulle loro famiglie”. La rete Clamor, di fronte alla militarizzazione delle frontiere, alle continue retate, all’eliminazione del diritto di cittadinanza per nascita, alla chiusura dell’agenzia di interventi per lo sviluppo Usaid, arriva, in riferimento al presidente, a “dubitare della sincerità del suo atteggiamento religioso”. Al tempo stesso, la nota rivolge alcune precise richieste: “Riconsiderare le misure adottate dal governo degli Stati Uniti. Che i governi dei Paesi nordamericani uniscano le forze per cercare soluzioni umanitarie e giuste per risolvere il problema della migrazione”. Ancora, “la sospensione dei raid in aree protette, come le ‘città santuario’. La revisione e la riforma delle politiche di asilo per garantire un trattamento dignitoso ed equo dei richiedenti asilo. L’eliminazione di discorsi di odio, razzisti e discriminatori contro poveri, migranti e rifugiati. Il ripristino dei programmi di aiuto e sviluppo dell’Usaid, soprattutto per quanto riguarda l’attuazione di misure umanitarie in tutta la regione. Controllare e far rispettare la legge contro i gruppi di criminalità organizzata che trafficano con le vite dei migranti e sono una piaga per qualsiasi società”.
Come Chiesa, promette Clamor, “continueremo a lavorare instancabilmente in comunione con i nostri fratelli vescovi in Messico, Stati Uniti e Canada. Ringraziamo loro e le loro comunità per il loro impegno pastorale a sostegno dei migranti e dei rifugiati. Continueremo, dai nostri Paesi, a offrire assistenza umanitaria, accompagnamento pastorale e a sostenere politiche giuste”.
Fonte: Agensir