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Venerdì 2 agosto alle 21:30, nella piazza antistante la chiesa del Carmine ad Archi, la Parrocchia di Maria Santissima del Carmelo e il Museo diocesano "Aurelio Sorrentino" di Reggio Calabria organizzano un incontro con padre Andrea Dall’Asta. Tema della relazione: "Aspetti teologici dei temi mariani dell’Annunciazione, della Visitazione e della Pentecoste".
Andrea Dall’Asta, dal 2002 direttore della Galleria San Fedele di Milano, ha ricoperto importanti incarichi nel mondo dell’arte sacra. Tra il 2008 e il 2020 ha diretto la Raccolta Lercaro di Bologna e nel 2014 ha fondato il Museo San Fedele di Milano. Attualmente, è docente presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale a Napoli, dove si dedica allo studio del rapporto tra arte, liturgia e architettura.
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Tra i progetti di rilievo a cui Dall’Asta ha partecipato spiccano l’adeguamento liturgico della Cattedrale di Reggio Emilia (2011), la realizzazione dell’Evangeliario Ambrosiano (2011), il Padiglione Vaticano per la Biennale di Venezia (2013) e la sezione Disegnare il sacro alla Biennale di Architettura di Venezia (2014).
L’incontro del 2 agosto rientra nel percorso ArchiCarmineLAB Cantiere di arte sacra contemporanea, avviato nel 2023 dalla Parrocchia in collaborazione con il Museo diocesano e l’Ufficio per i beni culturali e l’edilizia di culto della Diocesi di Reggio Calabria-Bova, con il patrocinio dell’Accademia Belle Arti di Reggio Calabria.
PER APPROFONDIRE: Arte sacra e catechesi, Dall’Asta: «Una via per i giovani»
Il progetto mira a creare un laboratorio condiviso di progettazione del sacro contemporaneo, esemplare per la realizzazione di opere d'arte nelle chiese diocesane.
In una recente intervista rilasciata al nostro direttore don Davide Imeneo, pubblicata su Avvenire di Calabria il 7 luglio, padre Andrea Dall'Asta ha sottolineato l’importanza dell’arte nella sua vita e nella catechesi: «L’espressione estetica mi ha sempre profondamente colpito. Sin da bambino sfogliavo i libri di arte che erano in casa. C’era qualcosa in quelle immagini colorate che attirava la mia attenzione. Mi facevano sognare… Col tempo ho compreso che parlavano della mia vita, dei miei desideri e delle mie difficoltà».
Dall’Asta riflette anche sull’influenza dei social media sull’arte, osservando che la proliferazione delle immagini porta alla loro mercificazione e alla perdita della loro aura originaria: «L’immagine sta diventando sempre più un puro oggetto di consumo. L’infinita produzione di immagini appiattisce ogni cosa. Che cosa dunque direi ai giovani? Che le opere d’arte parlano di loro, dei loro sogni come delle loro paure e ansie. Tuttavia, le opere vanno ascoltate con attenzione, in silenzio, come quando si prende sul serio una persona che si ama e le si presta l’attenzione dovuta».
Dall’Asta vede, infine, i musei diocesani come spazi generativi di cultura e formazione delle coscienze: «I musei diocesani devono diventare spazi generativi di cultura, luoghi di formazione delle coscienze».
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Per il gesuita, nei musei diocesani «arte, musica, riflessione sociale e dimensione spirituale sono chiamate a convivere per esplorare la bellezza del mistero umano che si offre sempre in una molteplicità di forme».
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