
Diocesi: Caserta, dal 1° al 5 luglio la Settimana biblica sul Vangelo secondo Giovanni
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“La Relazione annuale dell’Autorità anticorruzione al Parlamento evidenzia le stesse criticità dell’attuale normativa segnalate dalla campagna ‘Fame di verità e giustizia’. Dei 270 miliardi spesi in appalti pubblici, solo nel 2% delle gare c’è competizione tra più operatori economici, la stragrande maggioranza viene affidata direttamente”. In una nota Libera commenta la presentazione della Relazione annuale dell’Anac al Parlamento sull’allarme affidamento appalti pubblici. Altro campanello d’allarme, evidenzia Libera, è che “si sono triplicati gli appalti affidati appena sotto la soglia che consente di evitare qualsiasi concorrenza. Specie dopo l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, gli imprenditori e i cittadini in buona fede appaiono impotenti di fronte a possibili storture, opacità, favoritismi, e gli stessi amministratori pubblici sono più vulnerabili alle pressioni di corruttori e organizzazioni mafiose. In assenza di regole, le situazioni di conflitto di interesse non sono più rilevate né sanzionate, perciò si stanno moltiplicando nell’ombra”. Anac segnala anche il rischio che “giganti economici” multinazionali “siano ormai in grado di condizionare l’opinione pubblica, attenuando la sensibilità rispetto all’azione corruttiva, nascosta e indisturbata, delle lobby più potenti”. Libera denuncia: “È inaccettabile che l’eccezione diventi regola: la scorciatoia dell’affidamento diretto non sta accelerando le procedure come auspicato, ma rischia di diventare la strada maestra di sprechi, infiltrazioni corruttrici e criminali”. Libera esprime il proprio sostegno all’Anac e al suo lavoro di monitoraggio e analisi, spesso svolto nell’indifferenza delle istituzioni politiche: “Il suo ruolo è indispensabile per difendere l’interesse pubblico e garantire una gestione trasparente e partecipata dei fondi, specialmente in una fase cruciale come quella dell’attuazione del Pnrr. Chiediamo alle istituzioni politiche di intervenire con urgenza, adottando correttivi normativi e operativi che riportino al centro la concorrenza, la trasparenza e il controllo civico. Occorre una coerente volontà politica per chiudere la porta alla corruzione e restituire fiducia ai cittadini”.
“Come associazione – prosegue Libera – nei giorni scorsi abbiamo lanciato ‘Fame di verità e giustizia’, un percorso a 30 anni dalla nascita di Libera e della sua rete associativa, che sta attraversando il Paese, da Nord a Sud per animare il dibattito pubblico e riscrivere la piattaforma sulla lotta alle mafie e corruzione”. La campagna ha un focus specifico sul contrasto alla corruzione, per promuovere la trasparenza e la cultura dell’integrità nell’utilizzo delle risorse pubbliche. Nel corso del 2024 Libera ha censito 53 inchieste su corruzione e concussione, oltre quattro al mese, per le quali si sono attivate 29 procure in 15 Regioni italiane. “Numeri che dimostrano come la corruzione e i crimini dei potenti siano la vera patologia nazionale: l’indebolimento dei presidi anticorruzione segnalato da Anac e da Libera sta aprendo alle mafie le porte d’ingresso ai palazzi del potere”.
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