Reggio Calabria – Bova, tre nuove nomine dell’arcivescovo Fortunato Morrone
Le nomine entrano in vigore da oggi, i sacerdoti interessati sono Don Antonino Vinci, Don
Continua la lenta crescita dell’offerta di posti negli asili nido e nei servizi per la prima infanzia. Nel 2021 sono saliti a 28 i posti ogni 100 bambini residenti con meno di 3 anni. Quasi un punto in più rispetto al 2020, quando erano 27,2. La Calabria si pone in fondo alla classifica della media europea e nazionale, ma fa registrare un "primato" in termini di progettualità per la realizzazione di nuovi asili nido.
In termini assoluti, l’offerta di nidi sul territorio nazionale è rimasta in linea con quella dell’anno precedente (350mila posti autorizzati). Ma il calo della platea potenziale, legato alla diminuzione delle nascite, fa sì che l’offerta cresca in termini relativi.
La notizia del progressivo avvicinamento quindi va letta in chiaroscuro. Sono scesi a 5 i punti che mancano dalla soglia europea del 33%, fissata nel consiglio di Barcellona del 2002. Tuttavia, nel frattempo, le istituzioni Ue hanno aggiornato gli obiettivi per il nuovo decennio, innalzandoli. E mentre alcune aree del paese sono già in linea con i nuovi obiettivi, altre - specialmente nel sud e nelle aree interne - restano indietro.
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In termini assoluti, l’offerta di nidi sul territorio nazionale è rimasta in linea con quella dell’anno precedente (350mila posti autorizzati). Ma il calo della platea potenziale, legato alla diminuzione delle nascite, fa sì che l’offerta cresca in termini relativi.
La notizia del progressivo avvicinamento quindi va letta in chiaroscuro. Sono scesi a 5 i punti che mancano dalla soglia europea del 33%, fissata nel consiglio di Barcellona del 2002. Tuttavia, nel frattempo, le istituzioni Ue hanno aggiornato gli obiettivi per il nuovo decennio.
Alla fine del 2022 il consiglio dell’Ue ha indicato il nuovo obiettivo tendenziale del 45%. Un target modulato in base alla situazione del paese, non tassativo, per cui gli stati oggi al di sotto del 20% dovrebbero migliorare il proprio indicatore di almeno il 90%.
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Mentre quelli tra 20 e 33% – come il nostro – dovrebbero migliorare di almeno il 45% o almeno fino al raggiungimento di un tasso di partecipazione del 45%.
L’orizzonte chiaramente indicato a livello europeo è quindi incrementare, in vista del 2030, in modo più effettivo la possibilità di accesso all’educazione per la prima infanzia.
Nell’arco dell’ultimo decennio, l’Italia ha visto crescere la sua offerta potenziale: erano meno di 23 i posti ogni 100 bimbi nel 2013. Ma gli obiettivi europei restano lontani e pesano ancora molto i divari territoriali esistenti. Quelli tra centro-nord e mezzogiorno, nonché tra città maggiori e aree interne.
Analizzati a livello territoriale, i dati relativi al 2021 descrivono un’Italia profondamente divisa nella disponibilità di asili nido. Una parte del paese ha già superato, o si sta comunque avvicinando, al primo obiettivo europeo, quello del 33%. Una soglia peraltro integrata anche nella nostra normativa nazionale, con il decreto legislativo 65/2017.
Alcuni territori sono anche al di sopra della nuova soglia del 45%. Tre province dell’Emilia Romagna la superano di alcuni punti percentuali: Ravenna (48,9 posti ogni 100 bambini), Bologna (48) e Ferrara (47,5). E altre ancora, tutte localizzate nell’Italia centrale, sono poco distanti dalla nuova soglia. Tra queste possiamo citare Perugia (44,1), Trieste (43,3), Firenze (43,3), Forlì-Cesena (42,9), Terni (42,3).
Anche alcune regioni, prese nel loro insieme, non sono lontane dall’obiettivo dei 45 posti ogni 100 bambini: Umbria (43,7), Emilia Romagna (41,6) e Valle d’Aosta (41,1). Complessivamente, sono comunque 6 quelle al di sopra della soglia del 33%. Oltre a quelle citate, nel gruppo di testa troviamo anche Toscana (38,4), Friuli-Venezia Giulia (36,8) e Lazio (36,1).
Alcuni territori sono anche al di sopra della nuova soglia del 45%. Tre province dell’Emilia Romagna la superano di alcuni punti percentuali: Ravenna (48,9 posti ogni 100 bambini), Bologna (48) e Ferrara (47,5). E altre ancora, tutte localizzate nell’Italia centrale, sono poco distanti dalla nuova soglia. Tra queste possiamo citare Perugia (44,1), Trieste (43,3), Firenze (43,3), Forlì-Cesena (42,9), Terni (42,3).
PER APPROFONDIRE: Che impatto avrà il Pnrr sulla povertà educativa in Calabria?
Anche alcune regioni, prese nel loro insieme, non sono lontane dall’obiettivo dei 45 posti ogni 100 bambini: Umbria (43,7), Emilia Romagna (41,6) e Valle d’Aosta (41,1). Complessivamente, sono comunque 6 quelle al di sopra della soglia del 33%. Oltre a quelle citate, nel gruppo di testa troviamo anche Toscana (38,4), Friuli-Venezia Giulia (36,8) e Lazio (36,1).
Con l’eccezione della Sardegna, nessuna regione del mezzogiorno si trova al di sopra della media nazionale (28%). Tre si attestano al di sotto dei 15 posti ogni 100 bambini: Calabria (14,6), Sicilia (13) e Campania (11,7).
Le medie nazionali, regionali e provinciali tuttavia restituiscono solo in misura limitata i divari esistenti all’interno del paese. In una regione con ampia offerta di asili nido, possono infatti esistere territori con pochi servizi. Allo stesso modo, in regioni con poca offerta si possono trovare anche zone più servite.
In generale, osservando i dati a livello comunale, emerge una una chiara spaccatura, oltre che tra centro-nord e mezzogiorno, anche tra città e aree interne. Nei comuni polo – baricentrici in termini di servizi – i posti nido sono in media oltre 34 ogni 100 minori residenti. L’offerta scende al 25% nei comuni di cintura, gli hinterland delle città maggiori.
Per poi calare attorno a quota 20% nei comuni periferici – a più di 40 minuti di distanza dal polo più vicino – e al 15-16% in quelli ultraperiferici (a oltre un’ora dai poli).
Intanto la Calabria cerca di sfruttare i finanziamenti previsti dal Pnrr per "ampliare" l'offerta educativa nella fascia 0 - 6 anni, attraverso la costruzione di nuovi asili nido e scuole dell'infanzia e la messa in sicurezza delle strutture esistenti.
La regione si colloca tra le prime regioni italiane ad aver presentato il più altro numero di progetti che, una volta portati a termine, si spera possano contribuire a aumentare la percentuale e raggiungere la soglia minima prevista dall'Ue.
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In particolare, con 377 progetti, la Calabria si colloca al terzo posto per numero di interventi finanziati, preceduta da Campania (392) e Lombardia (380). Nella regione si concentra quasi un decimo dei progetti ammessi al finanziamento con risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. In tutto si tratta di ben oltre 114 milioni e 600 mila euro di risorse.
I progetti dovranno essere portati a termine dai comuni, attraverso affidamenti diretti o con procedura sotto soglia.
Entrando nello specifico degli interventi già in fase avanzata censiti da Openpnrr, il portale di Openpolis, risultano 214 progetti per 249,4 milioni di cui 240,9 provenienti dal Pnrr.
Nel cosentino saranno attivati 93 interventi per 109,8 milioni di euro (pari al 45,6% della somma totale prevista per gli interventi). In provincia di Catanzaro 44 progetti per un importo di 49,9 milioni. Nella città metropolitana di Reggio Calabria sono stati in tutto programmati 40 interventi per una copertura finanziaria complessiva di 37,9 milioni. Infine sono programmati 21 progetti di nuovi asili nido in provincia di Vibo Valentia per 28,1 milioni e 16 nel crotonese per un importo pari a 23,7 milioni.
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