Fondazione Ambrosianeum: Milano, “Cristiani testimoni, a confronto con Carlo Maria Martini”
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Oggi, presso la sede nazionale delle Acli a Roma, si è svolto il convegno “Un referendum per l’Italia: quale idea di unità”, organizzato per discutere i rischi dell’autonomia differenziata e le sue conseguenze sulla stabilità del Paese. L’evento ha riunito esponenti del mondo sindacale, politico e associativo, con l’obiettivo di mobilitare i cittadini in vista del referendum abrogativo per cancellare una riforma che minaccia di amplificare le disuguaglianze e spezzare l’unità nazionale.
Ad aprire l’incontro è stato Antonio Russo, vicepresidente nazionale delle Acli: “Noi delle Acli siamo convintamente schierati contro questa legge che riteniamo dannosa per le ricadute che potrà produrre qualora trovasse applicazione, modificando la forma di Stato così come era stata pensata dai nostri padri costituenti. Riteniamo che siano le cittadine e i cittadini a dover decidere se il Paese debba trasformarsi in 21 stati-regione, a cui verrebbero trasferite competenze legislative esclusive in materie fondamentali come scuola, sanità, infrastrutture e trasporti. Il nostro appello è chiaro: dobbiamo fermare questo progetto di autonomismo esasperato e divisivo che rischia di creare un regionalismo competitivo e frammentario”.
Per Ivana Veronese, vicepresidente del Comitato per il sì al Referendum per l’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata e segretaria confederale Uil, “purtroppo, questa legge mette a rischio proprio diritti fondamentali come il lavoro, la salute, e l’istruzione, aprendo la strada a ulteriori disuguaglianze”.
Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha sottolineato: “Serve un nuovo modello sociale e di sviluppo, che metta al centro il lavoro e la piena applicazione della nostra Costituzione. A rischio c’è la democrazia nel nostro Paese”.
Walter Massa, presidente nazionale di Arci, ha evidenziato che la Costituzione italiana “sostanzia, attualizzandolo, quel principio imprescindibile di giustizia sociale e uguaglianza. Per costruire un altro Paese e per essere credibili agli occhi dei cittadini bisogna ancorarsi a queste poche certezze”.
Rosy Bindi, già ministro della Sanità e presidente del Comitato promotore del referendum sull’autonomia differenziata, ha osservato: “Il mondo cattolico ha una responsabilità storica in questa battaglia. Non possiamo rifugiarci in una cultura concordataria: dobbiamo essere protagonisti e ricostruire il senso di appartenenza alla comunità democratica”.
Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, ha concluso: “La nostra democrazia è fragile quando non riesce a sostenere i territori e le persone più deboli. L’autonomia differenziata rischia di dividere ulteriormente il Paese, creando un’Italia in cui i più forti prevalgono sui più deboli. Il nostro compito è quello di costruire una democrazia dal basso, usando tutti gli strumenti possibili come il referendum e come le nostre due proposte di legge popolare su trasparenza dei partiti e assemblee partecipative perché la partecipazione sia sempre di più il vero antidoto al populismo. Portare 25 milioni di persone a votare al referendum non è solo una sfida politica, ma una sfida per la democrazia”.
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