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“Restituire autorevolezza agli organismi internazionali” e “istituire un Ministero per la pace”. Sono due delle proposte dell’Azione Cattolica – l’ultima delle quali sarà presentata il 24 giugno, insieme ad altre organizzazioni ecclesiali – illustrate dal presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, Giuseppe Notarstefano, durante la presentazione del Convegno internazionale “Pax et Bonum” e della fiaccolata per invocare la pace, in programma domenica prossima, 8 giugno, nell’ambito del Giubileo delle associazioni e dei movimenti ecclesiali. “La più potente forza della pace è la democrazia”, ha osservato Notarstefano, secondo il quale “la recrudescenza dei conflitti si accompagna alla fragilità della democrazia”. Per questo, secondo il presidente dell’Ac, “c’è bisogno della grande politica con la ‘P’ maiuscola, di uno scatto in avanti della grande politica”. “La risposta alle guerre deve essere il rafforzamento delle ragioni della democrazia”, le ragioni della proposta di istituire un Ministero per la pace, insieme a quella del “tornare al multilateralismo come stile nella risoluzione dei conflitti”. Durante la conferenza stampa odierna, è stato presentato anche il bilancio di sostenibilità del 2025, dal quale emerge una crescita significativa degli aderenti all’Associazione cattolica, che oggi sono oltre 230mila, con oltre 40mila responsabili associativi sul territorio: solo quest’anno, la crescita è stata del 3-4%, in controtendenza rispetto ai dati di altre associazioni, che vedono invece contrarsi il numero dei loro soci. “Dopo la pandemia – ha detto Notarstefano rispondendo alle domande dei giornalisti sui motivi dei dati in crescita – abbiano rinnovato il nostro progetto formativo, alla luce del grande impulso del magistero di Papa Francesco, con la sua spinta alla conversione pastorale. Anche la partecipazione al Cammino sinodale, non ancora concluso, ha influito positivamente in questo processo. Sul territorio, in particolare, abbiamo riscontrato il desiderio dei più giovani di fare gruppo: la vita formativa si fa in presenza. Stiamo cercando di accompagnare questo entusiasmo con un profilo di associazione più ‘in uscita’, anche in luogo insoliti, come le carceri. Vogliamo essere sempre di più un’associazione per tutti”.
Fonte: Agensir