
Diocesi: Savona-Noli, parte il corso “Educare al rispetto per la persona” promosso dalla Pastorale scolastica
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“Il fenomeno dei bambini scomparsi ha assunto proporzioni allarmanti, come dimostrano i dati internazionali e quelli relativi all’Italia che raccogliamo in questo dossier, frutto di un presidio costante di Telefono Azzurro rispetto a questo tema, attraverso la helpline del 116.000, attiva 24ore su 24 7 giorni su 7 e connessa con il network europeo di Missing Children Europe”. Lo afferma Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro, in occasione del convegno “I bambini invisibili”, a Roma. “La capacità di ascolto e di intervento consente di mettere in campo strumenti di prevenzione, di contrasto e di aiuto sempre più efficaci. Molti bambini fuggono da guerre, povertà e catastrofi naturali e, se non accompagnati, rischiano di finire vittime dello sfruttamento e della tratta o di subire abusi durante il viaggio”, spiega Caffo. Ma, avverte, “sono sempre più numerosi – in Italia – anche i casi di scomparsa e di fuga da casa per situazioni familiari complesse o per condizionamenti sociali che agiscono in maniera sempre più negativa, complice anche la spinta che strumenti e canali digitali invasivi danno influendo in maniera drammatica sulle personalità psicologicamente sempre più fragili di bambini e adolescenti”. Per il presidente di Telefono Azzurro, “è evidente l’urgenza di affrontare la crisi delle scomparse di minori con uno sguardo locale e globale. Sono necessarie strategie internazionali coordinate, per agire immediatamente nella presa in carico di situazioni ove la tempestività di intervento costituisce un fattore determinante. Per questo, è necessaria una competenza approfondita del fenomeno, è necessario un ‘alfabeto comune’ che lo legga in maniera corretta e condivisa, e serve un’alleanza tra i soggetti chiamati a farsi carico del problema, Governi, forze di Polizia, reti sociali territoriali, non profit. È necessario che vi sia in tutta l’area Schengen una rete di intervento immediato, attraverso lo scambio tra reti di associazioni europee, che possa allertare subito sul bisogno di ritrovamento, condividendo informazioni sul minore, sulla sua origine”. “L’intervento non deve però fermarsi alla denuncia di scomparsa, è fondamentale attivare anche percorsi di accompagnamento e di reinserimento familiare e sociale per quei bambini e adolescenti che, in maniera volontaria o per costrizione di adulti, vivono questa drammatica esperienza”, conclude Caffo.
Fonte: Agensir
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