
La pena fuori dal carcere: ripartire da dove si sbaglia
La direttrice Marianna Passalacqua dell’UDEPE spiega i percorsi di responsabilità, lavoro e inclusione per restituire dignità e costruire una giustizia che educa

Un corto, “Città d’Oro” riapre il legame con la terra del padre emigrato: l’italo-canadese cresciuto a Montréal trasforma le estati in progetto di ritorno
C’è un filo che lega cinema, comunità e ritorno alle origini: si chiama The Quiet Collective. Nato dall’incontro tra la produttrice Francesca Cimolai e il regista italo-canadese Francesco “Franky” Giannini, il progetto punta a fare della Calabria una base creativa stabile, dove produzione audiovisiva, formazione e vita di comunità convivono su più livelli. Un vero e proprio ecosistema fatto di residenze, workshop, percorsi di team building e iniziative con scuole e artigiani, per riportare al centro l’idea di turismo delle radici—quel movimento di rientro (anche temporaneo) che restituisce alle persone un’appartenenza e ai territori nuove opportunità.

È in questa visione che nasce uno dei progetti di The Quiet Collective: From Script to Pitch, ritiro internazionale di scrittura cinematografica ospitato a Santa Caterina dello Ionio, nella Torre di Sant’Antonio, dal 21 al 28 settembre. Dodici autori provenienti da Stati Uniti, Canada, Australia, Brasile, Bulgaria, Malesia ed Estonia hanno alternato masterclass e sessioni di sviluppo con mentor d’eccezione a immersioni nel territorio. «Volevamo un modello di lavoro più lento e radicato, che facesse bene alle storie e alle persone» racconta Cimolai. «Tornare in Calabria è stato un modo per capire mio padre e me stesso» aggiunge Giannini. «Qui il cinema non è solo set: è relazioni, connessione con la comunità, ritmi più sostenibili». The Quiet Collective prende forma lungo una traiettoria personale e al tempo stesso generazionale.
«Mio padre è partito da Santa Caterina dello Ionio a 17 anni per il Canada» ricorda Giannini. «Da piccolo non capivo, poi mi sono reso conto della sua malinconia: gli mancavano la famiglia, gli amici, l’odore del mare». Quando nel 2020 ha ripreso in mano e sviluppato Città d’Oro, un cortometraggio che rilegge in chiave contemporanea la favola di Esopo della gallina dalle uova d’oro, ha capito che quel ritorno alle radici riguardava anche la propria storia. «Franky lo ha scritto ispirandosi a suo padre, emigrato in Canada negli anni ’70: sebbene Franky sia nato e cresciuto a Montréal, ha passato molte estati in Calabria con nonni e zii; proprio grazie al corto ha iniziato a trascorrere più tempo qui».
«Qui ho ritrovato un ritmo umano. Non volevamo più partire: volevamo costruire» racconta Giannini. La costruzione passa soprattutto dall’incontro con Francesca Cimolai: rientrata in Italia dopo esperienze in Canada, accetta la sfida di produrre Città d’Oro a Santa Caterina e Badolato. Cominciano a lavorare insieme al cortometraggio, e durante la produzione trascorrono lunghi periodi in Calabria, conoscono la comunità di chi è tornato a vivere nei borghi—tra cui Raffaele e Sofia di Avamposto Agricolo—e colgono l’energia di un territorio che riparte. Da quel lavoro condiviso nasce una relazione personale e, soprattutto, un’idea che matura in modo organico nell’arco di tre-quattro anni: creare qualcosa di loro, che proponesse un nuovo modo di lavorare, vivere e fare comunità. «La comunità, la natura non commerciale, i borghi che si ripopolano: tutto parlava la lingua che cercavamo» spiega.
The Quiet Collective nasce così, e From Script to Pitch è il primo tassello di questa visione, un ritiro internazionale di scrittura diverso dagli altri. «Troppo spesso si lavora solo sulla sceneggiatura e poi i progetti restano in un cassetto» nota Cimolai. «Qui abbiamo affiancato alla scrittura un training concreto: presentare un’idea in cinque minuti, scegliere i materiali giusti, leggere i trend di mercato». Il programma ha coniugato masterclass, tempo di lavoro personale ed esperienze nel territorio: visite a Badolato Superiore (tra chiese e casestudio), cooking class all’Agriturismo La Sena, passeggiate e incontri a Santa Caterina con il sindaco e con lo scultore Antonio Tropiano, una serata di cinema sotto le stelle in una chiesa sconsacrata, tappa alle Cantine Murace di Bivongi, chiusura in cerchio nella iurta di Avamposto Agricolo.
«Molti si sono sentiti “a casa” per la prima volta in un ritiro» dice Cimolai. «Hanno scoperto un’Italia semplice e autentica: la vita nei borghi, i prodotti genuini, le relazioni». Tra i partecipanti al ritiro anche Evangeline Lilly (nota come attrice della serie televisiva Lost) che ha preso parte come autrice e ha tenuto l’intervento finale: «Ha mostrato che anche le star condividono dubbi e passaggi comuni. È lo spirito del collettivo: riportare tutti a terra, creare connessioni reali» osserva Giannini. Non è mancata la fatica dell’esordio. «La parola “retreat” qui era nuova: senza una prima case history, sponsor e partner hanno esitato» ammette Cimolai. «Alla fine gli sponsor sono stati pochi ma preziosi: Patea con succhi e marmellate, tre artigiane locali per saponette, candele e notebook; una sponsorship con Villa Calami. Ora però ci sono un modello, immagini e testimonianze: sappiamo dove migliorare e con chi crescere».
La rete familiare ha fatto la differenza: «Mio zio e tanti amici di mio padre ci hanno sostenuto. Senza di loro, molti passaggi sarebbero stati impossibili» aggiunge Giannini. Rispetto all’importantza del lavoro di squadra arriva anche la riflessione di Grazia Romeo, responsabile marketing e comunicazione: «È stato un training per tutti: per gli autori e per noi del team. Oggi so davvero che cos’è The Quiet Collective e perché l’ho abbracciato: rispecchia i valori dei progetti che seguo sul territorio. Abbiamo imparato dagli errori inevitabili della prima edizione e sono certa che i prossimi appuntamenti saranno più fluidi. Il riscontro della comunità è stato fortissimo: a Santa Caterina e Badolato c’è abitudine all’accoglienza e tante persone si trasferiscono qui per stare meglio. Anche certi stereotipi esterni sono stati smentiti: il territorio ha capito e apprezzato il lavoro di Franky e Francesca».
PER APPROFONDIRE: Turismo, “Calabria Straordinaria” protagonista al TTG di Rimini
Il progetto intercetta un’onda che va oltre il cinema. «Dopo il Covid, con il costo della vita nelle metropoli e l’ipertecnologia che accelera tutto, molti italo-discendenti ci scrivono: cercano ritmi sostenibili, comunità, appartenenza» dice Giannini. «The Quiet Collective offre un approdo: eventi, produzioni, progetti educativi. Vogliamo creare una base a Santa Caterina. Francesca ha trasferito la residenza, io lo farò a breve». Un progetto ambizioso che dal 2026 prevede oltre otto eventi tra residenze, team building, formazione con mentor internazionali, documentari e set in Calabria. «Vogliamo lavorare con scuole e associazioni, far crescere una filiera che unisca cinema, artigianato, enogastronomia» concludono. «Fare della Calabria un punto di riferimento che metta insieme la storia e il futuro di questa terra».

La direttrice Marianna Passalacqua dell’UDEPE spiega i percorsi di responsabilità, lavoro e inclusione per restituire dignità e costruire una giustizia che educa

I consiglieri di Forza Italia propongono di utilizzare i fondi del programma Pon Metro Plus per finanziare l’avvio dei nuovi municipi, garantendo operatività e servizi nei quartieri

Il 14 novembre, nella Sala Federica Monteleone del Consiglio regionale, confronto a più voci con esperti e associazioni di tutta Italia.