
Settimana Santa e Pasqua: su Tv2000 celebrazioni, film e documentari
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L’uso della cannabis e i rischi per la fertilità, la gravidanza e il nato: si parlerà di questo al convegno “Cannabis e fertilità” organizzato dal Centro di ricerca e studi sulla salute procreativa (Cerissap) dell’Università Cattolica, campus di Roma, e dall’Istituto scientifico internazionale Paolo VI (Isi) di ricerca sulla fertilità ed infertilità umana per una procreazione responsabile, in programma il 28 marzo (Centro Congressi, Sala Italia, L. go F. Vito, 1 – ore 9).
I lavori verranno aperti da Massimo Antonelli, direttore Centro di Ateneo di bioetica e scienze della vita, e da Maria Luisa Di Pietro, direttrice Cerissap. Seguiranno interventi di mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo e presidente Isi; di Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega in materia di politiche antidroga; di Alessandro Sgambato, vicepreside Facoltà Medicina e chirurgia; di Giampaolo Nicolasi, capo struttura Comunità Incontro Onlus (Amelia). Nel corso dell’evento si alterneranno relazioni di docenti ed esperti. Sabina Strano Rossi su cannabis e derivati: aspetti farmacologici e tossicologico-forensi; Antonio Lanzone su cannabis e fertilità femminile), Alfredo Pontecorvi su cannabis e fertilità maschile; Marco Di Nicola sugli effetti dell’esposizione precoce alla cannabis; Daniele De Luca su cannabis in gravidanza e conseguenze per il nato; di Antonio Pignataro su cannabis e interventi di contrasto.
Secondo la “Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia” del 2024, nel 2023 il 550mila studenti italiani (22 %) tra i 15 e i 19 anni ha riferito di aver fatto uso di cannabis almeno una volta nell’ultimo anno. Per circa 70mila studenti si è trattato di un consumo frequente (20 o più volte nel mese). Un consumo, che continua in età adulta e talora anche in gravidanza. Accanto ai noti e pericolosi effetti sul cervello degli adolescenti con comparsa di difficoltà cognitive e deficit neuropsicologici anche non reversibili, il consumo di cannabis può impattare sulla fertilità maschile e femminile e, se consumata in gravidanza, sul feto. E, se nell’uomo le alterazioni riguardano i parametri spermatici, nella donna sono state evidenziate condizioni di infertilità e anomalie dell’impianto e dello sviluppo fetale. L’uso materno di cannabis durante gravidanza e allattamento è stato associato ad effetti avversi, nati piccoli per l’età gestazionale, parto prematuro, conseguenze dello sviluppo neurologico fetale e compromissione dello sviluppo socio-comportamentale e cognitivo della prole. Se gli interventi di contrasto svolgono un ruolo importante, “è quanto mai necessario lavorare sulla prevenzione – spiegano i promotori dell’evento -. Implementare conoscenza e consapevolezza sui rischi da consumo di cannabis è fondamentale, anche se non sufficiente. La percezione di un comportamento a rischio non consente spesso di rappresentarselo nella sua effettiva gravità, soprattutto se accompagnato dalla sensazione di piacevolezza, euforia e rilassamento di una droga. L’azione di prevenzione deve essere, allora, necessariamente accompagnata dall’individuazione e dalla minimizzazione dei fattori che portano a distorcere la reale rappresentazione del rischio e da una capillare e costante azione educativa”.
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