Avvenire di Calabria

Carabiniere ucciso nel Brindisino: mons. Intini (arcivescovo), “la morte di Legrottaglie testimonia che il territorio non è ancora del tutto bonificato dai fermenti criminali”

di Redazione Web

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“Con profonda tristezza e angoscia, desidero, a nome dell’intera Chiesa diocesana di Brindisi-Ostuni, rendere omaggio alla memoria del brigadiere Carlo Legrottaglie, caduto nell’adempimento del suo dovere e a cui oggi diamo il saluto cristiano, fortemente radicati nella fede nel Cristo Crocifisso e Risorto, nostra speranza”. Sono parole di mons. Giovanni Intini, arcivescovo di Brindisi-Ostuni, che esprime “la vicinanza, l’affetto, la fraterna solidarietà alla signora Eugenia e alle care figlie Paola e Carla”, stringendole “in un ideale abbraccio e a cui assicuro la mia preghiera e quella della nostra comunità cristiana”. Un saluto con affetto sincero ai genitori del brigadiere, al fratello, ai suoceri, alle cognate e all’intera famiglia.
“Esprimo al comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, al comandante provinciale e al comandante della Compagnia di Francavilla Fontana il mio cordoglio e quello di tutta la comunità diocesana”, aggiunge il presule, esprimendo anche a tutte le donne e gli uomini dell’Arma dei Carabinieri “la solidarietà, il sostegno, la stima e la gratitudine per l’importante e delicato servizio che svolgono per la nostra nazione, a tutela della legalità e la crescita civile e democratica”.
Mons. Intini osserva: “Il grave e triste episodio in cui ha trovato la morte il brigadiere Legrottaglie testimonia che il nostro territorio non è ancora del tutto bonificato dai fermenti malavitosi e criminali che condizionano la vita dei cittadini e lo sviluppo socioeconomico. Come credenti e cittadini non possiamo abbassare la guardia o assuefarci a tali fenomeni criminali o, addirittura, diventarne complici assoggettandoci a losche logiche malavitose, attraverso il silenzio e l’indifferenza. L’opera costante della Magistratura e delle Forze dell’ordine deve essere sostenuta e affiancata da un impegno di cittadinanza attiva e responsabile, da una intensa e costante formazione delle coscienze e da un impegno di tutela della legalità”.
Per l’arcivescovo, “questi nostri territori potranno crescere e costruire uno sviluppo solidale, sostenibile e inclusivo solo se si libereranno da logiche malavitose e di ricerca del benessere individuale e di parte e si apriranno al coinvolgimento attivo di comunità capaci di progettare il proprio futuro e la propria crescita nel segno della partecipazione, della progettazione e realizzazione di progetti di sviluppo del territorio secondo la vocazione che le è propria, sottraendo così terreno all’illegalità che frena e inquina la crescita e lo sviluppo del territorio stesso. Col contributo, l’impegno e la responsabilità di tutti, non rendiamo vano il sacrificio del brigadiere Carlo Legrottaglie e di tanti uomini e donne che ogni giorno rischiano la vita per la tutela della democrazia e della legalità”.

Fonte: Agensir

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