Avvenire di Calabria

Carcere: Antigone, nei 17 Ipm 611 minori, per metà stranieri non accompagnati. Sovraffollati 9 istituti. Allarme abuso psicofarmaci

di Redazione Web

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Al 30 aprile 2025 sono 611 (di cui 27 ragazze) i giovani detenuti negli istituti penali per minori (Ipm) italiani. Alla fine del 2022 le presenze erano 381 e a fine 2024 raggiungevano le 587 unità, con una crescita del 54% in due anni. E’ quanto emerge dal XXI Rapporto sulle condizioni di detenzione, intitolato “Senza respiro” e presentato oggi a Roma. I giovani detenuti stranieri – per quasi l’80% provenienti dal Nord Africa, quasi sempre minori stranieri non accompagnati – costituiscono il 49,9% del totale delle presenze. “Crescita che – osservano i curatori del report – sarebbe ancora maggiore se non fosse per la facilitazione introdotta dal Decreto Caivano a trasferire in chiave punitiva gli ultra-diciottenni del circuito minorile a carceri per adulti, con la conseguenza di interrompere bruscamente il percorso educativo del ragazzo e di affaticarne enormemente il recupero. Tali trasferimenti sono stati 189 nel corso del 2024, l’80% in più rispetto ai 105 del 2022”.
Molte le proteste che hanno avuto luogo nelle carceri minorili nel corso dell’ultimo anno, a causa delle degradate condizioni di vita interna: tra queste il sovraffollamento in 9 Ipm su 17. A Treviso si sfiora il doppio delle presenze rispetto ai posti disponibili, il Beccaria di Milano e l’Ipm di Quartucciu a Cagliari hanno un tasso di affollamento del 150%, Firenze supera il 147%. Aumentato vertiginosamente l’uso di benzodiazepine e antipsicotici nelle carceri minorili. A Torino, nel 2024, la spesa è aumentata del 64% rispetto al 2022; a Nisida l’aumento è del 352% in tre anni; a Pontremoli di oltre il 1.000%. Al Beccaria di Milano nel 2023 l’utilizzo di antipsicotici e benzodiazepine è stato di 8,3 volte superiore rispetto a Bologna e 3,3 in più di Firenze. Antigone riferisce di visite “durante le quali ci siamo imbattuti in intere sezioni di ragazzi addormentati in orari che dovrebbero essere dedicati alle attività scolastiche o di altro tipo”.

Fonte: Agensir

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