
Capitale italiana della cultura 2028: MiC, 25 città in corsa per il titolo
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Tutto pronto a Roma per “I giochi della speranza”. Domani, venerdì 13 giugno, presso la casa circondariale Rebibbia N.C. “Raffaele Cinotti”, si disputerà, infatti, la prima edizione de “I giochi della speranza”, in occasione del Giubileo dello sport.
La piccola olimpiade, promossa dalla Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport, dal Dap – Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e dalla rete di magistrati “Sport e Legalità”, vuole rappresentare un’importante occasione di riflessione e confronto sul valore educativo e rieducativo dello sport in ambito penitenziario.
Hanno confermato la loro partecipazione anche il il presidente del Coni Giovanni Malagò e il presidente del Cip Luca Pancalli.
Il card. Fabio Baggio, sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale della Santa Sede, presenta l’evento: “Si tratta di un’iniziativa molto interessante che ci mette a confronto con una realtà davvero dura come quella del carcere, spesso anche di sacrificio per chi ci lavora, ma soprattutto per le persone che si trovano costrette a un regime di detenzione. Una realtà che però può trovare anche una via di speranza proprio attraverso lo sport, che è salute fisica, salute mentale, ma anche tempo piacevole passato insieme. È questione di disciplina, ma è anche un modo per ritrovarsi e ritrovare gli altri attraverso rapporti che possono essere consolidati o ristabiliti in grande amicizia. I giochi della speranza rappresentano qualcosa di particolarmente importante per la Chiesa ma soprattutto per il nostro Dicastero a cui il compianto Papa Francesco aveva chiesto un’attenzione particolare proprio per le carceri. Infatti abbiamo deciso di fare il nostro Giubileo proprio a Rebibbia, celebrando l’evento con i detenuti, gli addetti alla sicurezza e con coloro impegnati nella pastorale, sempre impegnati nel segno della speranza. Penso che questa piccola olimpiade sia una delle iniziative più belle nelle carceri di cui io abbia sentito parlare negli ultimi anni”.
“Siamo assolutamente consapevoli di quanto possa essere fondamentale l’attività sportiva all’interno delle carceri – dice Daniele Pasquini, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport -. Un’importanza, anzi direi una necessità, un bisogno primario, che probabilmente spesso non cogliamo pienamente. Questo bisogno di sport non può rimanere inascoltato. Per questo abbiamo deciso di dare una ricaduta concreta, pratica a questa riflessione, lanciando la prima edizione dei giochi della speranza. Questi giochi vogliono essere una sorta di eredità del Giubileo degli sportivi per il mondo delle carceri italiane: un modello replicabile anche in altre strutture carcerarie. Dare speranza ai detenuti passa anche dallo sport”.
Sergio Sottani, procuratore generale presso la Corte di appello di Perugia, afferma: “Lo sport, come riconosciuto dalla Costituzione, ha un grande valore educativo e sociale, è fondamentale per la promozione del benessere fisico ed essenziale per il benessere di tutti, in particolare dei soggetti chiusi all’interno degli istituti di pena, essenzialmente per 3 motivi: in primo luogo perché in carcere spesso non si fa nulla, quindi fare pratica sportiva significa migliorare l’aspetto fisico e svolgere attività sociale; poi il carcere spesso è un non-luogo, un posto dove si attende qualcosa che può essere l’uscita dal carcere stesso, riempirlo di contenuti diventa fondamentale; e per finire, è previsto anche per legge, svolgere attività sportiva all’interno di una casa circondariale fa si che il detenuto non si senta isolato dal mondo».
L’evento sportivo consisterà in una piccola olimpiade che vedrà quattro rappresentative sportive (detenuti, polizia penitenziaria, magistrati ed esponenti della società civile) che si confronteranno in varie discipline sportive: calcio a 5, pallavolo, atletica leggera, tennis tavolo, calcio balilla e scacchi.
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