Avvenire di Calabria

Card. Pizzaballa: “dobbiamo continuare a piangere sui nostri morti. Il Diavolo non ha potere su chi si dona per amore”

di Redazione Web

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“Non dobbiamo confondere la speranza con l’attesa di tempi migliori. Lo desideriamo, certo. Desideriamo che giungano tempi migliori, di giustizia e di vita serena. Ma sappiamo anche che ora è il tempo segnato dal dolore e dalla solitudine. Il tempo delle divisioni e della violenza. Sappiamo che i tempi migliori, purtroppo, non verranno così presto”: lo ha detto il patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, celebrando questa mattina a Nazareth, la Solennità dell’Annunciazione. Nell’omelia il patriarca ha ricordato la situazione attuale in Terra Santa dove, “invece di avviarci verso un contesto di incontro, invece di cercare vie e soluzioni per una prospettiva di coesistenza pacifica, vediamo ovunque barriere di paura, di sfiducia, di odio e di rancore. E qui nella nostra Terra Santa, dobbiamo continuare a piangere sui nostri morti, sulle tante ferite che devastano i nostri cuori, le nostre famiglie e le nostre comunità. Siamo stanchi di dover ripetere continuamente questa constatazione. Ma è inevitabile non pensare a quanto accade attorno a noi”.

Per il card. Pizzaballa “dobbiamo imparare dalla Vergine Maria come stare dentro queste situazioni. Maria oggi ci ricorda che qui Dio ha cambiato la storia del mondo. E noi crediamo che Dio continua a guidare il tempo e la storia ancora oggi. Lo fa con lo stesso stile, quello di Nazareth, che è lo stile della mitezza. Dio ha bisogno del nostro ‘eccomi’, di persone miti che sappiano dire ed essere nel mondo una parola diversa, di vita e di speranza. È nell’incontro con Lui che si fonda la nostra speranza”.  Per questo, ha aggiunto, “abbiamo bisogno di uomini e donne capaci di donare se stessi, di impegnarsi per il loro prossimo, per la giustizia, per costruire relazioni di dignità e di rispetto. Ci sono queste persone, e sono tante, e sono tra noi. Finché ci saranno persone che in questo momento così buio, dentro questo mare di dolore e di violenza, sanno donare se stessi, ci sarà speranza. Il Diavolo non ha potere su chi si dona per amore”. “In questo tempo dove si costruiscono narrative di violenza e di potere, dove la storia fatta dai grandi sembra essere quella di guerra e di sopraffazione – ha ribadito il patriarca di Gerusalemme – noi vogliamo essere quelli che con il loro stile, nei loro incontri, con la parola e con la vita, costruiscono una narrativa diversa, scrivono un’altra storia. Con mitezza, ma anche con la forza della parola e della testimonianza, vogliamo dire il nostro ‘si’ a Dio, ed essere costruttori di una città diversa, piena di luce e di vita. Vogliamo quindi ripartire da Nazareth rafforzati dallo sguardo materno di Maria, che ci chiede di alzare lo sguardo, di non arrenderci alle paure che ci paralizzano, e vedere l’opera che Dio ancora compie attraverso tanti uomini e donne che danno concretezza alla nostra speranza. Di più, vogliamo essere tra loro”.

Fonte: Agensir

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