
Vaticano: basilica di San Pietro, domani la cupola spenta dalle 20.30 alle 21.30 per l’Earth Hour
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Rigenerazione urbana ed edilizia pubblica, studentesca e sociale; caro-affitti e razzismo abitativo; sfratti, abitazioni sfitte e aumento vertiginoso degli affitti brevi, con attenzione sul turismo mordi e fuggi che sta impoverendo i centri storici e residenziali delle città d’arte.
Tutti i giorni, nelle nostre città, si registrano problemi per il diritto all’abitare.
Da tempo esiste una rete nazionale fatta di enti e associazioni, il “Social Forum dell’abitare”, che si interroga su problemi e promuove proposte politiche innovative, affinché anche le fasce sociali più vulnerabili abbiano accesso a un abitare dignitoso e sicuro. Il 14 e il 15 marzo, la discussione fa tappa a Torino, alla Fabbrica delle “e”.
“Le città – osservano gli organizzatori – sono lo spazio democratico in cui dare corpo a una nuova idea di governo dei processi di trasformazione urbana integrando il tema dell’abitare con quelli del lavoro, della sostenibilità ambientale, dell’ecologia integrale, della giustizia sociale e della qualità della vita delle persone”. Obiettivo, dunque, è tracciare nuove rotte sociali, dove i diritti siano inestricabilmente intrecciati, indispensabili l’uno all’altro. Perché avvenga determinante è il coinvolgimento degli enti pubblici: “Nel chiedere un rinnovato protagonismo istituzionale nelle politiche tra i tanti temi oggi oggetto di discussione approfondiremo nel seminario quelli relativi all’edilizia residenziale pubblica e sociale nonché ai processi di rigenerazione urbana”, la chiosa.
A fronte di un attuale apparato legislativo nazionale che privilegia la valorizzazione immobiliare sulla casa come diritto il Social Forum chiama a discutere nuove strategie di rigenerazione urbana per rifondare l’alloggio pubblico e sociale in Italia per tutti e tutte. Nella due giorni di Torino si avvicenderanno urbanisti, geografi, docenti universitari, amministratori pubblici, avvocati, attivisti e attiviste. Il senso è dunque restituire la complessità di un tema trasversale.
“Abbiamo scelto la Fabbrica delle e non a caso” , spiega Teresa Giani, che aderisce al Forum in quanto operatrice del Gruppo Abele. “In questo luogo, il passato operaio e la speranza di un futuro migliore si saldano nell’operatività di un presente fatto di accoglienza, lotta alle disuguaglianze e incontro di donne e uomini resi subalterni da un sistema ingiusto. La questione dell’abitare, d’altronde, prima di essere economica è politica: continuare a vedere nel mattone solo uno strumento di ricchezza privata personale, e non anche di giustizia sociale collettiva”.
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