Avvenire di Calabria

Reati elettorali: i consiglieri di maggioranza rispondono alle accuse dell'opposizione. Sull'indagine in corso, interviene anche Angela Marcianò

Caso Castorina, il clamore non si placa: esplode bagarre politica

Redazione Web

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Continua il clamore generato dal “caso Castorina”. Le indagini sui presunti brogli elettorali avvenuti nel corso delle ultime amministrative sono in corso: indagati e posti agli arresti domiciliari il consigliere, adesso sospeso, Antonino Castorina e un presidente di seggio, Carmelo Giustra.
Dopo una prima dichiarazione a caldo del sindaco Giuseppe Falcomatà, nella giornata di ieri anche Antonino Minicuci, candidato a sindaco alle amministrative, e i partiti di opposizione hanno voluto dire la loro, chiedendo a gran voce le dimissioni sia della giunta che dello stesso primo cittadino per quanto accaduto.
A quanto affermato a mezzo stampa dai rappresentanti dei partiti della destra reggina, arriva altresì la risposta dei consiglieri di maggioranza: «Non accettiamo strumentalizzazioni né lezioni di legalità da chi ha distrutto la città, lasciando montagne di debiti che ancora i reggini stanno pagando. Le accuse del centrodestra, che tentano di gettare fumo negli occhi dei cittadini, sono gravi ed offensive. Le circostanze sollevate dalla Procura riguardano fatti specifici ed assolutamente circostanziati, peraltro ancora da accertare, sui quali abbiamo chiesto venga fatta piena luce, perché è interesse di tutti che siano chiarite eventuali responsabilità. Ma i fatti afferenti la condotta di una persona, che andranno valutati anche alla luce di eventuali risultanze processuali, non possono recare danno alla città, né mettere in discussione i riscontri di una tornata elettorale che ha consegnato un risultato chiaro e forte. Il popolo reggino ha bocciato la proposta politica della destra e ha premiato la necessità di continuare l'esperienza amministrativa guidata dal Sindaco e dall'intera Amministrazione, che quindi devono proseguire con maggiore forza e vigore l'azione amministrativa di governo al servizio della Città. I profili sui quali la Procura ha indagato – si conclude - hanno già prodotto la sospensione del Consigliere Castorina che, auspichiamo possa dimostrare la sua innocenza e la totale estraneità alle circostanze contestate. Ma ciò non può in alcun modo dare adito alle infamanti accuse sollevate dalle forze politiche di destra, che rispediamo al mittente senza alcun tentennamento».
Al coro delle contestazioni per quanto emerso, si aggiungono anche Filomena Iatì e Angela Marcianò, quest'ultima una dei grandi protagonisti delle ultime elezioni, anche lei candidata a sindaco: «Antonino Castorina è stato un candidato di punta del Partito Democratico e quei voti sono andati a Falcomatà Sindaco, esponente dello stesso Partito - esordiscono - Si determinino tutti di conseguenza se hanno un briciolo di dignità e di rispetto per le Istituzioni e per la Cittadinanza. Assistiamo alla stessa storia di sempre, un Sindaco che non sa, non vede, non conosce a “convenienza” i suoi candidati e compagni di partito anche di fronte a questa raccapricciante vicenda di brogli elettorali che infligge un colpo mortale a quei reggini persone per bene che contavano, in questa società falsata, almeno sulla autenticità del loro voto. Siamo i primi a rispettare le indagini e gli sviluppi delle stesse ma diciamo basta ai soliti copioni: si ringraziano le autorità inquirenti e si scaricano compagni storici di viaggio e di partito dopo aver beneficiato del loro “bottino” elettorale. Non tocca a noi parlare di reati – aggiungono - ma tocca certamente ad ogni consigliere farsi garante della reale volontà dell’elettorato, tradito nel peggiore dei modi possibili con la violazione di un diritto fondamentale e costituzionalmente garantito. Non si può minimizzare perché questo delegittimerebbe tutti, nessuno escluso. Il Sindaco, testualmente, si è rivolto “alla Giunta e al Consiglio invitandoli a continuare a lavorare senza distogliere la loro attenzione dagli obiettivi di risanamento e di crescita che i cittadini meritano e ci hanno richiesto con il voto”. Ma quali obiettivi ? Quale risanamento ? Le montagne di spazzatura o gli allagamenti dei quali si è sempre scusato come se fosse stato eletto per la prima volta e senza provare vergogna dopo aver amministrato per ben sei anni. E poi continuare a lavorare con il voto di chi? Dei morti, degli anziani allettati o di gente trasferita all’estero ? Le schede vuote sono venute fuori dagli uffici di Hermes e non è dato immaginare quante in verità possano essere. Noi stessi abbiamo ricevuto diverse segnalazioni in quei giorni. Ci hanno parlato di ben 75 presidenti di seggio nominati in modo del tutto equivoco con la presenza di interi nuclei familiari nello stesso seggio a fare da scrutatori. Anomalie di ogni tipo, voti non risultati ai nostri candidati, neppure quelli personali e della famiglia. Eppure non sapevamo come provare questo scempio. Erano dei sospetti insistenti che oggi si sono rilevati fondati. A noi pare che la misura della decenza morale, umana, politico-istituzionale sia stata abbondantemente superata. Rammentiamo che la vicenda può certamente aver influito quantomeno sul raggiungimento della percentuale del 40 per cento a favore della compagine di Falcomatà, determinando così inopportunamente che la stessa potesse godere del “premio di maggioranza” e dunque di un numero considerevole di rappresentanti in Consiglio comunale. È anche verosimile che altre liste, a causa di questi brogli, siano state pregiudicate e che diversi candidati abbiano perso la possibilità di entrare in Consiglio comunale. Non può ignorarsi il fondato rischio – concludono - che la vicenda abbia potuto determinare una composizione del Consiglio comunale non conforme alla volontà popolare. E quest‘ ultima è l’unica legittimazione che dà a qualunque politico senso di esistere! Dimettiamoci tutti e ritorniamo a votare. Noi siamo pronte a farlo per dare a Reggio un’altra opportunità».

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