Avvenire di Calabria

Cei: Consiglio permanente, “vivere il Giubileo come tempo di rinnovamento delle relazioni, improntato al rispetto della dignità di ciascuno”

di Redazione Web

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È fondamentale “vivere il Giubileo come un tempo di rinnovamento delle relazioni, improntato al rispetto della dignità di ciascuno, alla pratica della giustizia sociale, alla ricerca della pace giusta, alla cura della Terra”. Ne sono convinti i vescovi italiani che l’hanno ribadito nel corso del Consiglio episcopale permanente della Cei che si è svolto a Roma, dal 10 al 12 marzo, sotto la guida del cardinale presidente Matteo Zuppi. “Siamo ormai entrati nel vivo del Giubileo”, hanno ricordato i presuli sottolineando che “questo Anno è un’occasione di conversione, rinnovamento della fede e di incontro con Cristo”. Uno degli elementi caratterizzanti di ogni evento giubilare è il pellegrinaggio, come ricorda la Bolla di indizione Spes non confundit: “Mettersi in cammino è tipico di chi va alla ricerca del senso della vita. Il pellegrinaggio a piedi favorisce molto la riscoperta del valore del silenzio, della fatica, dell’essenzialità” (n. 5). Da qui – viene sottolineato nel comunicato finale – l’invito a vivere con pienezza questa esperienza di vita. Accanto a questo, i vescovi hanno concordato, con le parole del cardinale presidente, sulla necessità di “dare vita a gesti concreti che incarnino lo spirito giubilare” e a “trasformare i segni dei tempi in segni di speranza”. Si tratta di osare scelte coraggiose che permettano di rimettere i debiti, ridare respiro alle situazioni di vita asfittiche, condividere i beni con il povero (cf. Lv 25). I presuli – viene evidenziato – hanno ribadito l’importanza di proseguire nella rotta dell’ecologia integrale, che chiede stili di vita più sobri e solidali da parte di singoli e comunità. Al debito ecologico è strettamente collegata la questione del debito economico dei Paesi poveri, contratto non solo con altri Paesi benestanti, ma anche con privati: è inaccettabile – hanno rilevato i vescovi – che gli interessi siano talmente oppressivi da costringere a rinunciare a investimenti nella sanità, nell’istruzione e nel welfare. In riferimento all’Anno Santo, il Consiglio permanente ha rilanciato l’appello del Papa a promuovere iniziative concrete per lenire le sofferenze dei detenuti, attraverso “forme di amnistia o di condono della pena” (Spes non confundit, 10), per favorire pene alternative e per attivare occasioni di giustizia riparativa, che responsabilizzano tra l’altro i colpevoli nei confronti delle vittime innocenti.

Fonte: Agensir

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