Avvenire di Calabria

Cinema: a Roma il regista Danny Boyle presenta “28 anni dopo”. “Io confido nella BBC, perché resta una voce libera”

di Redazione Web

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“Ci mancano dei leader di resistenza, figure ispirazionali che ci guidino. Per fortuna abbiamo la BBC, che ci permette un’informazione libera e non controllata”. Così il regista britannico Danny Boyle, incontrando la stampa romana per la presentazione del film “28 anni dopo”, thriller-horror distopico nelle sale dal 18 giugno con Sony. Firma il copione Alex Garland (suo l’incisivo “Civil War”, 2024), protagonisti Ralph Fiennes, Jodie Comer e Aaron Taylor-Johnson.
È un nuovo capitolo dopo il fenomeno “28 giorni dopo” (2002), diventato virale durante il periodo del Covid-19 perché racconta di una pandemia infettiva passata da animale a uomo. “28 anni dopo” è ambientato nell’Inghilterra del Nord, nella piccola isola-bunker “Holy Island” dove vive la comunità di sopravvissuti al letale virus della rabbia. Il preadolescente Spike è chiamato a una prova di coraggio: insieme al padre Jamie deve tornare sulla terra ferma, rischiando di imbattersi in umani infetti. Il ragazzo è intenzionato a trovare un dottore che possa curare la madre Isla…
Boyle, regista Premio Oscar per “The Millionaire” (2008), ha raccontato: “Alex Garland ha trovato una nuova idea, ben strutturata, con richiami anche alla Brexit. La scelta di lavorare sul genere horror si lega al fatto che il mondo odierno diventa sempre più incomprensibile e l’horror sembra una risposta adatta a descrivere ed esorcizzare tale sensazione di paura”. Boyle ha aggiunto: “Al tempo temevamo che il genere horror escludesse il pubblico femminile; oggi tale concezione è del tutto superata, liberi finalmente delle aspettative nei confronti delle donne, su quello che dovrebbero o non dovrebbero guardare”.
Interrogato sul viaggio del protagonista Spike – il talento Alfie Williams –, se rappresenti un percorso di formazione o deformazione, il regista ha precisato: “Sembra che segua il cammino del padre, emblema della comunità che guarda indietro all’Inghilterra del passato. È la Brexit. Le decisioni che invece prende Spike vanno in un’altra direzione, in linea con il cambiamento della società inglese. È orientato al progresso. Parlando di ‘Child Acting’, di recitazione di giovani attori, i ragazzi hanno oggi un potenziale enorme, e credo che questo cambiamento dipenda anche dall’effetto di ‘Harry Potter’ [in chiave imitativa]”.
Boyle ha poi concluso: “Nel film facciamo riferimento al virus della rabbia. Oggi la rabbia è un sentimento purtroppo molto diffuso. Nel film c’è anche una riflessione sulla morte attraverso il memoriale del dott. Kelson. Mi fa pensare al murales di Londra, di fronte al Parlamento, lungo la sponda del Tamigi: un muro dove sono stati realizzati tanti piccoli cuori rossi in ricordo dei defunti del Covid. Splendido. Ma serve anche a noi, a ricordare che siamo tutti collegati”.

Fonte: Agensir

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