Avvenire di Calabria

Colombia: dopo archiviazione dell’indagine su Mario Paciolla da parte del gip di Roma, società civile colombiana continua a chiedere giustizia e verità 

di Redazione Web

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Il Gip di Roma ha archiviato l’indagine sulla morte di Mario Paciolla, il cooperante Onu trovato senza vita in Colombia nel 2020. Questa decisione, che giunge dopo anni di richieste di archiviazione da parte della Procura e la forte opposizione della famiglia, chiude (almeno per ora) la via giudiziaria in Italia, con al relativa esigenza di fare luce su una morte che è stata frettolosamente archiviata come suicidio. “Per me è come se mio figlio fosse morto una seconda volta”, ha detto Anna Motta, la mamma di Mario Paciolla. “Io sono convinta che mio figlio non si sia suicidato, ci sono tante cose che me lo dicono”, ha aggiunto”. “Se prima prendevo un appuntamento al giorno per cercare la verità per Mario, da oggi ne prenderò due”.

Dolore e incredulità anche in Colombia, dopo la decisione. “Qui a Bogotá sentiamo indignazione per l’archiviazione del gip di Roma – afferma al Sir Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani, che si è a lungo occupato del caso Paciolla -. Insieme alla società civile colombiana, consideriamo intollerabile non siano analizzate possibili prove e tracce del possibile assassinio di Mario Paciolla, che aveva raccolto testimonianze delle mamme di adolescenti reclutati forzatamente dalla dissidenza Farc. Adolescenti che subirono il bombardamento dell’Esercito. Lo scandalo che ne seguì, portò alle dimissioni del ministro della Difesa, Guillermo Botero. Molti anche gli interrogativi sul comportamento dell’Onu, in particolare per non aver mai cercato di fare chiarezza sui comportamenti di Christian Thompson, addetto sicurezza che ha ripulito computer Mario, fatto sparire quaderni di appunti scottanti. Secondo la giornalista colombiana d’inchiesta Julieta Duque, quegli appunti contenevano accuse di traffico d’armi tra elementi deviati dell’Onu ed ex ufficiali dell’esercito. Da qui, continuiamo a chiedere giustizia e verità per Mario, proprio mentre, in questi giorni, l’Onu ha tagliato il 50% del personale dell’Alto Commissariato per i diritti umani, pur in un contesto di conflitto, con 79 difensori dei diritti umani assassinati in sei mesi”.

Fonte: Agensir

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