Avvenire di Calabria

Commemorazione defunti: mons. Tomasi (Treviso), “di fronte al mistero fatichiamo a trovare le parole”

di Redazione Web

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“Commemorare oggi tutti i fedeli defunti significa riconoscere che siamo uniti da questi grandi legami, che anche quando sentiamo la mancanza e il distacco dai nostri cari, stiamo sì gemendo interiormente (e anche esteriormente) ma siamo già immersi, noi e loro, nella vita inesauribile di Dio”. Lo ha detto mons. Michele Tomasi, vescovo di Treviso, nell’omelia della  messa per i fedeli defunti, celebrata con un ricordo particolare dei vescovi di Treviso che sono morti. Al termine, il vescovo ha benedetto le lapidi dei vescovi Magnani e Gardin, nella cripta della cattedrale, dove sono sepolti. “Ricordiamo con gratitudine i due vescovi emeriti della nostra diocesi di Treviso – il vescovo Paolo Magnani e il vescovo Gianfranco Agostino Gardin che hanno raggiunto la casa del Padre nel corso degli ultimi mesi, nel novembre dell’anno scorso il vescovo Paolo e nel giugno di quest’anno padre Agostino”: “Vuol dire che siamo grati al Signore e a loro per il tanto bene che hanno donato – assieme a tutta la loro esistenza – alla Chiesa universale e alla nostra diocesi, che hanno amato, amando profondamente il Signore Gesù Cristo”. Il vescovo ha poi letto il testo delle lapidi. Quella dedicata a mons. Magnani: “Il vescovo Paolo guida sapiente della diocesi di Treviso dal 1989 al 2004, e prima di quella di Lodi, con intelligenza, volontà, passione e amore di vero pastore”. Quella dedicata a mons. Gardin: “Il vescovo Gianfranco Agostino Gardin, ‘rapito dalla bellezza del Signore’ (il riferimento è al suo motto episcopale, ndr), alla sequela di San Francesco e suo successore come guida dell’Ordine dei Frati minori conventuali, pastore della Chiesa di Treviso dal 2010 al 2019”.
“Di fronte al mistero – qualcuno dice all’enigma – della morte e della sofferenza, noi balbettiamo”, ha sottolineato il presule, perché “fatichiamo a trovare sia le parole che un silenzio non impotente, quando dobbiamo affrontare il tema della sofferenza con chi soffre, o il tema della morte con chi sta piangendo la scomparsa di una persona cara”.

Fonte: Agensir

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