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Approvazione del Bilancio di previsione al Comune di Reggio Calabria, dopo il disco verde andato in scena due giorni fa nell'aula Battaglia di Palazzo San Giorgio, monta la polemica. A sollevare, per prima, perplessità sul documento contabile approvato è stata la senatrice reggina della Lega, Tilde Minasi. A farle eco i consiglieri d'opposizione del centrodestra. La replica di Brunetti non si è fatta attendere.
La senatrice leghista Tilde Minasi ha presentato un'interrogazione scritto al Ministro Giorgetti (del suo partito, la Lega) per inviare gli ispettori al comune di Reggio Calabria. A suo dire, infatti, ci sarebbe una grave incongruenza tra gli impegni assunti dall'attuale amministrazione comunale e quanto approvato in consiglio comunale. «Da rendiconto 2022 - per la parlamentare leghista - l'Ente risulta incapace di mantenere gli impegni presi con il Governo lo scorso anno, in sede di accordo per il ripiano del disavanzo e il rilancio degli investimenti».
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Per la Minasi, delibere del comune alla mano, Palazzo San Giorgio dimostrerebbe grosse difficoltà ad attuare «una seria e strutturata strategia di riscossione delle proprie entrate, nonostante gli impegni assunti con il Governo lo scorso anno, che porteranno nelle casse del comune un contributo di circa 138 milioni di euro fino al 2042». Per l'esponente leghista, anche il Bilancio di previsione 2023-2025 presenta nell’allegato recante i parametri di riscontro della situazione di deficitarietà strutturale dell’ente, un’anomalia rispetto al medesimo allegato al Rendiconto 2022».
Perplessità manifestate nel corso di una conferenza stampa anche dai consiglieri di minoranza del centrodestra: Massimo Ripepi, Antonino Minicuci, Demetrio Marino, Mario Cardia, Giuseppe De Biasi e Guido Rulli.
Dalle incongruenze tra il bilancio previsionale e il rendiconto approvato il aula, al documento unico di programmazione approvato nella stessa seduta del consiglio comunale di martedì, non solo definito "copia e incolla" di quello dello scorso anno, ma a pregiudicare - dal punto di vista della giurisprudenza - la validità stessa del bilancio («I Tar di Puglia e Campania del 2023, hanno affermato che è da annullare un bilancio votato nella stessa seduta in cui è stato votato il DUP», secondo Minicuci), fino alla «maleducazione istituzionale» denunciata da Massimo Ripepi, è una pioggia di critiche quella che arriva dagli scranni dell'opposizione a Palazzo San Giorgio.
«Fino ad oggi - ha detto fra gli altri il consigliere Demetrio Marino - ci hanno costantemente rimproverato per essere un'opposizione priva di proposte concrete, ma abbiamo dimostrato il contrario. Nonostante ciò, il nuovo Dup non ha portato sostanziali cambiamenti per superare le difficoltà attuali. Le tasse sono rimaste elevate, con alcune lievi agevolazioni, che però non sono sufficienti. Le nostre proposte sono state trattate con poco interesse e non hanno ottenuto il supporto della maggioranza».
«Una sequela infinita di invenzioni allarmistiche gettate in pasto all’opinione pubblica solo per confondere i cittadini ed alimentare un insensato clima di ostilità». Per il sindaco facente funzioni, Paolo Brunetti, gli strali della destra reggina e la richiesta di un’ispezione da parte del Mef sul bilancio del Comune, formulata al Ministro Giorgetti da parte della senatrice Tilde Minasi, «appaiono più come il tentativo di dare un senso alla propria esistenza politica, e forse affermare una sorta di primazia interna al centrodestra reggino, piuttosto che un appunto concreto all’amministrazione comunale».
«Quanto alle affermazioni di Minasi – afferma il sindaco facente funzioni – i cittadini hanno davvero difficoltà a ricordare un obiettivo qualsiasi di un’amministratrice che, da quando ha riconquistato la ribalta politica dopo gli anni disastrosi nelle giunte che hanno portato al dissesto finanziario e allo scioglimento per mafia di Palazzo San Giorgio, non ha davvero lasciato alcuna traccia sul nostro territorio».
«Cosa ha fatto Minasi per Reggio da quando siede sugli scranni di Palazzo Madama?», se lo domanda Brunetti aggiungendo: «Quali importanti progetti ha portato in città? Oltre ai selfie con Salvini o col ministro leghista di turno nelle sporadiche passerelle fra Piazza Indipendenza ed il Lungomare Falcomatà, che tipo di risorse, interventi o opportunità è riuscita ad intercettare per dare slancio e respiro a Reggio ed ai reggini?».
«Noi – ribadisce – abbiamo la coscienza a posto e siamo pronti a qualsiasi chiarimento volesse il ministero, aperti a qualsiasi tipologia di confronto, politico, amministrativo e tecnico, e respingiamo al mittente gli strali lanciati quest'oggi dalla destra, caratterizzati solo da qualche provocazione propagandistica. In questi anni abbiamo lavorato solo per mettere ordine allo sfascio creato negli anni in cui proprio la Minasi era fra gli assessori più in voga nelle giunte del “Modello Reggio”, l'espressione della stessa parte politica che tanti danni ha fatto sul nostro territorio e che oggi chiede a noi chiarezza e trasparenza. Lo sanno anche a Roma, al Ministero, dove il confronto sui bilanci del Comune, a partire dal nostro insediamento, non è mai venuto meno, in un clima di costante e proficuo dialogo».
«Tuttavia – continua Brunetti – capisco quanto l’argomento possa essere caro alla senatrice Minasi, considerata l’ultima indagine degli ispettori del Mef che, nel 2011, quando lei stessa era protagonista indiscussa di quella nefasta stagione amministrativa, evidenziò un buco in bilancio da 170 milioni di euro, certificata dalla relazione da quegli stessi ispettori del Mef che oggi la Minasi invoca a gran voce. Faccio fatica a comprendere, invece, questo suo inspiegabile attacco nei confronti della città, lanciata in prima pagina nonostante gli sforzi, immani, compiuti dalla nostra Amministrazione e, soprattutto, dall'intera comunità reggina per risalire la china dopo dieci anni di un Piano di riequilibrio lacrime e sangue, sciagurata eredità di quelle scellerate gestioni amministrative».
«La senatrice Minasi – incalza il sindaco facente funzioni – farebbe bene a raccontare come fosse possibile che, nei bilanci approvati dalle giunte in cui compariva quale assessore, le uscite di un preciso anno contabile venissero iscritte negli anni successivi per tenere il bilancio formalmente alla pari. Spericolatezze evidenziate da quegli stessi ispettori inviati dal Mef nel 2011 e che hanno lasciato strascichi pesantissimi sul destino della nostra comunità».
Sui dubbi sollevati dalla Senatrice Minasi, anche l’assessora alle Finanze, Irene Calabrò, si è soffermata nel corso del suo intervento nell’ultimo consiglio comunale, decisivo per l’approvazione del primo Bilancio previsionale finalmente sganciato dal Piano di riequilibrio: «A chi fomenta e sollecita l’invio di ispettori da parte del ministro Giorgetti, rispondo “grazie”. Anzi, l’invito al ministro lo facciamo nostro. Sarà un’occasione ulteriore per invitare in città Giorgetti, insieme a funzionari e dirigenti del Mef. E se non arriveranno loro, andremo noi così come abbiamo fatto in questi anni confrontandoci con uffici che conoscono bene il lavoro che abbiamo fatto».
PER APPROFONDIRE: Il Comune di Reggio Calabria ha approvato il bilancio di previsione
Quindi, il consigliere comunale Filippo Burrone che non le manda a dire: «Ma davvero la senatrice Minasi, parla di bilancio e chiede spiegazioni su come si debba fare un documento contabile? Proprio lei che è fra gli artefici del buco che ha portato al Piano di riequilibrio pagato dalla città?». «Noi – sostiene Burrone – oggi possiamo guardare in faccia i lavoratori di Castore, che dopo il fallimento di Multiservizi è diventata una solida realtà, perché stiamo garantendo loro un futuro certo, grazie all’internalizzazione dei servizi voluta dal sindaco Giuseppe Falcomatà. Abbiamo scelto di dare un taglio netto alla stagione nebulosa delle società miste per la quale continuiamo a pagare le conseguenze».
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