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L’Aula del Consiglio comunale di Reggio Calabria ha ospitato, oggi, la seduta aperta dedicata al tema della sanità, dal titolo “Sanità, difendiamo il diritto alla salute”. La riunione è stata fortemente voluta dall’Amministrazione comunale e promossa su richiesta di alcuni consiglieri e del sindaco Giuseppe Falcomatà.
Al centro del confronto non c'è solo l'analisi delle criticità, ma anche le sfide del sistema sanitario locale, con il coinvolgimento di istituzioni, associazioni e rappresentanti del mondo sindacale. Ventidue, in tutto, gli interventi previsti, tra associazioni, sindacati e cittadini, per una partecipazione ampia e articolata. Alla riunione hanno preso parte anche il direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale, Lucia Di Furia e il Commissario del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, Gianluigi Scaffidi.

L'invito è a «contribuire insieme a una proposta concreta e condivisa per costruire un sistema sanitario che risponda davvero ai bisogni dei cittadini», ha spiegato, ad avvio lavori, il presidente dell'assemblea, Vincenzo Marra.
La dottoressa Di Furia, aprendo il suo intervento nel corso del Consiglio comunale aperto, ha ringraziato sentitamente per l'opportunità di discutere della sanità in un contesto così importante come il civico consesso di Reggio Calabria, evidenziando che esistono pochi altri luoghi in cui poterlo fare. Ha quindi proseguito, sottolineando come sia necessario affrontare il presente, poiché le difficoltà in ambito sanitario derivano anche dal fatto che, in passato, molti non hanno fatto il proprio dovere. «Mi sono presa questo incarico e mi assumo tutte le responsabilità, purtroppo anche di chi per anni non ha fatto il proprio lavoro» ha affermato, ribadendo che ora è prioritario lavorare per migliorare le attività.

Per quanto riguarda la gestione amministrativa, ha spiegato che, sebbene ai cittadini non interessi direttamente, è fondamentale mantenere i conti in ordine per poter effettuare acquisti. In questa direzione, ha evidenziato il lavoro svolto sul bilancio: «Abbiamo avuto approvati i bilanci 2022-2023 con il parere del collegio sindacale», ha precisato, aggiungendo che il risanamento economico consente di ripartire su basi più solide.
Il tema dei pagamenti ai fornitori è stato definito cruciale: Di Furia ha spiegato come il mancato pagamento abbia portato negli anni a decreti ingiuntivi e cessioni, avviando un circolo vizioso che ha peggiorato la situazione aziendale. «Ora l'azienda paga addirittura prima dei 60 giorni previsti dalla normativa», ha dichiarato, notando che si tratta di un miglioramento significativo.
Sulle risorse disponibili, Di Furia ha spiegato che, pur essendo poche, è fondamentale utilizzarle tutte. Ha sottolineato come sia stata incrementata l’assunzione di personale e il ripristino dei fondi contrattuali, un aspetto che ritiene importante anche per il benessere dei lavoratori: «Per anni i lavoratori non hanno ricevuto quanto previsto dai fondi contrattuali; ora chiamiamo questo processo ‘normalizzazione’».
La dottoressa ha poi descritto l’impegno nel reclutamento del personale, con oltre 1.000 professionisti sanitari assunti tra il 2022 e il 2024, anche a tempo determinato. Sebbene la presenza di medici di continuità assistenziale sia leggermente calata, ha affermato che è un problema che richiede soluzioni condivise. Inoltre, grazie al progetto AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali), è stato possibile garantire la disponibilità dei medici per 12 ore al giorno, migliorando così il servizio sul territorio.
Per quanto riguarda le strutture, ha spiegato come il progetto PNRR abbia portato alla validazione di interventi sulle Case della Comunità e sugli ospedali di comunità, con un investimento di 32 milioni di euro. «Abbiamo aperto tutte le Cot e stiamo lavorando per aggiungere ulteriori punti prelievo», ha aggiunto, precisando che sono stati avviati anche interventi di edilizia minima nei pronto soccorso e negli ospedali in condizioni critiche.
Di Furia ha infine trattato i miglioramenti nelle tecnologie sanitarie, dichiarando che l'azienda ha investito 2,4 milioni di euro per strumenti quali mammografi e ecotomografi: «Non è accettabile che i medici abbiano solo le mani per curare i pazienti». Anche il numero di prestazioni nei pronto soccorso è aumentato, così come le assistenze domiciliari integrate e le prestazioni di neuropsichiatria infantile.
Sulla psichiatria, Di Furia ha spiegato che il sistema trovato non è adeguato e necessita di interventi urgenti. «L’ho definito, tra virgolette, 'vergognoso'», ha affermato, chiarendo che si tratta di un problema complesso che non può risolvere da sola e che richiede collaborazione. Una psichiatria funzionante, ha spiegato, dovrebbe articolarsi tra residenziale, semiresidenziale e territoriale, permettendo così ai pazienti di entrare e uscire dalle strutture seguendo un percorso di comunità terapeutica riabilitativa.
Concludendo, il direttore generale dell'Asp ha illustrato i progressi nella digitalizzazione, con l’integrazione dei dati sanitari in un sistema centralizzato e nel fascicolo sanitario elettronico. «Stiamo lavorando per garantire ai cittadini un servizio migliore», ha affermato, «e solo attraverso l'integrazione sociosanitaria potremo dare risposte adeguate alle esigenze della popolazione».
Nel suo discorso di apertura, il presidente del Consiglio comunale Vincenzo Marra ha sottolineato l’importanza di un’azione comune e determinata a tutela del diritto alla salute: «Il tema del diritto alla salute è imprescindibile», ha dichiarato Marra. «La straordinarietà della convocazione, per norma, regolata ai sensi del regolamento comunale, è data appunto dalla delicatezza di un tema le cui priorità segnano il termometro di un’esigenza incombente che riguarda l’intera comunità e per la quale non intendiamo soprassedere».
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Marra ha condiviso anche un momento particolarmente toccante, raccontando una delle numerose lettere ricevute da cittadini in difficoltà, testimoni di una sanità che spesso sembra mancare proprio nei confronti dei più fragili: «Tra le tante lettere, richieste, riflessioni, sfoghi, che mi sono state recapitate, mi ha intimamente colpito quella di una famiglia che mi ha raccontato la storia del loro figlio Giuseppe – ovvio, ho scelto un nome frutto della mia fantasia», ha detto il presidente. «Ma la storia e il dolore sono autentici e sono gli stessi, purtroppo, di tante famiglie della nostra città».
Queste storie, ha proseguito Marra, «sono storie di disperazione e sconforto che quasi sempre sbattono nel muro di una realtà pubblica come la nostra, che non è adeguata – per non dire inesistente – alla cura e all’accompagnamento di questi bambini, costretti con le famiglie a lunghi viaggi della speranza per ottenere una diagnosi e poi per attivare le cure specialistiche e le attività accessorie che da questa derivano».

Marra, in particolare, ha lanciato un grido d’allarme per la mancanza di strutture dedicate alla salute mentale dei più piccoli: «Pensate, a Reggio Calabria, non esiste la psichiatria infantile! Non esistono programmi per seguire e accompagnare queste famiglie nel buio della loro “notte”». Questa carenza rappresenta, secondo Marra, «un chiaro segnale di una sanità pubblica che perde quell’umanità che dovrebbe ispirare ogni sua singola scelta, una sanità pubblica che abdica alla sua missione di non lasciare indietro nessuno». Vicende che inducono a «far sentire forte la voce di una comunità che non resta indifferente al bisogno di tante famiglie come quella di Giuseppe».
«È stata una discussione ampia, qualificata e partecipata, che ha tenuto incollati alle sedie tanti consiglieri, ma anche operatori del settore sanitario, per tante ore. Ed è sicuramente un segnale positivo, l'esercizio della democrazia è a prescindere un fatto costruttivo, non è mai un'occasione persa. Mi sarei aspettato forse un dibattito più ambizioso, di maggiore qualità istituzionale, ma è stato un consiglio a due fasi, con una prima parte viziata forse da un eccessivo timore reverenziale ed una seconda che per una parte del consiglio è stata dominata da un atteggiamento difensivo, dettato dalla voglia di proteggere la propria parte politica. Su questi temi non dovrebbero esserci divisioni, si dovrebbe andare oltre gli steccati politici. Ci saremmo aspettati che tutti i consiglieri fossero uniti nel riconoscere i problemi che ci sono e nella necessità di individuare delle soluzioni. Esattamente come avvenuto in passato quando in sede di Conferenza dei sindaci dell'Asp abbiamo promosso un impegno corale ben al di là di steccati politici o partitici». È quanto ha affermato il sindaco Giuseppe Falcomatà intervenendo a margine dell'odierna seduta aperta del Consiglio comunale di Reggio Calabria dedicata al tema della sanità.
«Da parte della maggioranza - ha aggiunto il sindaco - non c'è stato un atteggiamento partigiano, non si è voluto esclusivamente puntare il dito contro qualcuno, ma si è lavorato con il piglio di voler risolvere i problemi. Certo è che se non si prende atto che molte cose vanno migliorate, sul tema della garanzia del diritto alla salute, è chiaro che non si riesce a venirne a capo. I problemi sono sotto gli occhi di tutti e lo dimostrano le uscite quotidiane di tante associazioni e comitati, a noi spetta il compito di suggerire delle soluzioni, rivolgendoci alle autorità che hanno il compito di affrontare questi problemi».
«Il Consiglio di oggi approva un documento equilibrato - ha spiegato il sindaco - che cristallizza l'impegno delle istituzioni, anche se non direttamente responsabili, che sono chiamate in causa al fine di favorire nella dialettica e nel dibattito pubblico un'attenzione diversa sul tema della sanità, che vada oltre un approccio ragionieristico legato esclusivamente alla logica dei tagli. Penso al tema degli ospedali, in particolare nei centri più periferici, al tema della sanità territoriale, al rischio chiusura dei poliambulatori, alla situazione del poliambulatorio di Pellaro per fare un esempio, al tema delle strutture psichiatriche, alle ambulanze che mancano e che spesso sono senza medici, alle guardie mediche che vorrebbero dimezzare sui Comuni dell'area metropolitana. Penso infine a come rendere più attrattivo il nostro territorio dal punto di vista professionale per i medici, in un momento storico in cui l'autonomia differenziata mette in discussione i diritti di base dei cittadini. Esistono regioni in Italia che stanziano fior di milioni di euro per rendere più attrattiva la partecipazione ai concorsi sanitari».
«Io credo si debba lavorare in questa direzione, sfruttando anche finanziamenti importantissimi che esistono e spesso rimangono indietro. Penso - ha concluso il sindaco - ai 270 milioni di euro per la realizzazione del nuovo ospedale di Reggio Calabria. Per intenderci si tratta di un investimento che equivale a tre volte quello del Museo del Mare e a quattro volte il Palazzo di Giustizia, quindi si tratta dell'investimento maggiore pensato per la nostra città. Ed è un investimento giusto perché si parla della salute dei cittadini, ma è un progetto che deve concretizzarsi, altrimenti aumenta il rischio di disillusione nella comunità».

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