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“Si dice che la storia si ripeta, ma oggi la nostra nazione e il nostro popolo si trovano costretti a scrivere, con dolore, una pagina di storia infelice che nessuno avrebbe mai voluto vedere. Per la seconda volta nella nostra storia, l’impeachment di un Presidente eletto dal popolo è stato accolto”. Comincia così una nota – giunta questa mattina al Sir tradotta in italiano – di mons. Mathias Iong-hoon Ri, Presidente della Conferenza Episcopale Cattolica della Corea, in cui spiega la posizione della Chiesa cattolica in Corea sulla sentenza della Corte Costituzionale relativa all’impeachment del Presidente Yoon Suk-yeol”. Mons. Iong-hoon Ri spinge lo sguardo al futuro e alle elezioni di prossimo presidente del Paese: “Il tempo del diritto (ius, legge) si è concluso con la sentenza sull’impeachment del Presidente Yoon Suk-yeol. Ora inizia il tempo della politica: dobbiamo unire la nostra saggezza per eleggere un nuovo Presidente che guiderà la nostra nazione. Dobbiamo scegliere un leader che riconosca profondamente che il potere presidenziale è un potere delegato dal popolo, un potere al servizio del popolo, e che abbia l’atteggiamento e la volontà di sacrificarsi in ogni momento per proteggere la vita e i beni dei cittadini”. A nome quindi dei vescovi cattolici della Corea, mons. Iong-hoon Ri lancia un appello. “Prima di tutto, chiediamo che i poteri dello Stato si impegnino con ogni sforzo per riconquistare la fiducia del popolo e realizzare l’armonia. In particolare, esortiamo i politici a non dimenticare che esistono per servire il popolo, e a promuovere una politica del rispetto reciproco e dell’ascolto, orientata alla coesistenza. Il processo per eleggere un leader dotato di responsabilità e moralità, in vista della riconciliazione sociale e del bene comune, deve realizzarsi in modo democratico e maturo”. I vescovi non si tirano indietro e assicurano la loro volontà di accompagnare il Paese in questo delicato processo democratico. “La Chiesa cattolica in Corea – scrive mons. Iong-hoon Ri – pregherà con tutto il cuore affinché la prossima scelta del popolo diventi una pietra angolare per la realizzazione della giustizia e della vera pace nel nostro Paese”.
La Corte costituzionale sudcoreana ha confermato oggi l’impeachment del presidente Yoon Suk-yeol, destituendolo dal suo incarico. “Con la presente pronunciamo la seguente sentenza, con l’accordo unanime di tutti i giudici: destituiamo il convenuto presidente Yoon”, ha affermato il giudice capo facente funzione Moon Hyung-bae. La Corte costituzionale della Corea del Sud ha affermato che la dichiarazione di legge marziale fatta dal presidente “ha violato” la Costituzione del Paese asiatico. Yoon “non si è limitato a dichiarare la legge marziale, ma ha continuato a commettere atti che hanno violato la Costituzione e la legge, tra cui la mobilitazione delle forze militari e di polizia per ostacolare l’esercizio dell’autorità dell’Assemblea nazionale”, ha aggiunto il tribunale. Subito dopo il verdetto unanime della Corte costituzionale, il presidente deposto della Corea del Sud, Yoon Suk-yeol si è scusato: “Sono veramente dispiaciuto e addolorato per non essere stato all’altezza delle vostre aspettative”, ha affermato in una breve dichiarazione rilasciata dopo il verdetto.
Fonte: Agensir