A Gaza «le interruzioni di corrente renderanno vani gli sforzi per rallentare la diffusione del Covid-19 e metteranno a rischio immediato la vita di una popolazione già vulnerabile visto che gli ospedali e i sistemi di depurazione dell'acqua faticano a rimanere operativi». La denuncia viene da Save the Children, che, in un comunicato, ricorda come, dopo l'annuncio di quattro nuovi casi di coronavirus a Gaza, il governo israeliano abbia bloccato l'ingresso del carburante necessario per il funzionamento dell'unica centrale elettrica di Gaza, minacciando i servizi essenziali. «Gli ospedali stanno esaurendo rapidamente le loro riserve di carburante di emergenza che ora dovranno destinare ad arginare la minaccia del Covid-19; rimane, quindi, poca scelta se non rimandare gli interventi chirurgici, dimettere i pazienti prematuramente e fermare i trattamenti salvavita come la dialisi. Il ministero della Salute di Gaza ha avvertito che le vite dei bambini nelle incubatrici e nelle unità di assistenza neonatale sono a rischio immediato», precisa Save the Children.
Altre infrastrutture essenziali come il trattamento delle acque e le strutture fognarie cesseranno di funzionare senza carburante, riducendo l'accesso all'acqua pulita e rendendo difficile per le famiglie lavarsi le mani. Questo e la limitata capacità medica minacciano di creare le condizioni perfette per la diffusione del Covid-19.
L'unica centrale elettrica è ora completamente senza carburante e le famiglie possono fare affidamento solamente sul limitato carburante di riserva, utile per sole tre ore di elettricità al giorno. Questo è avvenuto dopo settimane di accresciute tensioni con palloni incendiari e razzi lanciati da Gaza, seguiti da attacchi aerei e fuoco di artiglieria da parte dell'esercito israeliano.
«Gaza sta già combattendo la diffusione del Covid-19 ma ogni giorno, in cui viene negato l'approvvigionamento di carburante, avvicina una catastrofe umanitaria. Non ci si può aspettare che ovunque si possa far fronte a una pandemia senza carburante per gestire ospedali, ambulanze o servizi che forniscono acqua pulita, figuriamoci in un luogo come Gaza dove le famiglie stavano già lottando per ottenere cure per i loro bambini e affrontando attacchi aerei in corso - dichiara Mohamad Alasmar, direttore di Save the Children per l’advocacy e la comunicazione in Medio Oriente -. Chiediamo ai gruppi armati di Gaza di smettere di inviare palloni incendiari e di lanciare razzi e chiediamo a Israele di rinnovare urgentemente le forniture di carburante per consentire a Gaza di rispondere alla crescente minaccia del Covid-19. Il blocco è illegale secondo il diritto internazionale e la decisione di interrompere la fornitura di carburante alla popolazione equivale a una punizione collettiva contro la legge. Israele rimane la potenza occupante di Gaza e, in quanto principale portatore di doveri, conserva le responsabilità per il benessere della popolazione. Deve revocare il blocco terrestre, aereo e marittimo di Gaza in linea con i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale».