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Il 43% di chi ha un familiare malato di demenza ha assunto direttamente il ruolo di caregiver. Tra questi, oltre 7 su 10 si sono presi cura della persona a casa, spesso da soli e senza adeguati aiuti economici. Il carico cresce con l’avanzare dei sintomi: nelle fasi più gravi, il 45% dei familiari assiste il proprio caro in modo continuativo, anche 24 ore su 24. E’ quanto emerge dalla ricerca “Il peso della cura”, promossa da Vidas – organizzazione che dal 1982 a oggi ha assistito gratuitamente 45mila persone con malattie inguaribili – e condotta da Ipsos per indagare il vissuto di chi assiste persone con demenza: familiari caregiver, medici e infermieri. Secondo l’indagine – presentata oggi presso l’Università degli studi di Milano –il 35% dei caregiver si prende cura della persona malata da almeno due anni, il 26% da più di cinque. Ne risente la qualità della vita: il 75% denuncia un impatto negativo sulla conciliazione lavoro-famiglia, il 72% sulla propria socialità, il 68% sulla salute mentale.
Secondo medici e infermieri, le cure palliative sono un diritto per le persone con demenza in ogni fase della malattia e in ogni luogo di cura. La maggior parte dei medici, in particolare, le considera fondamentali per migliorare la qualità della vita dei pazienti (61%) e molti infermieri per il trattamento del dolore (48%). Tuttavia, solo poco più della metà dei medici ha attivato le cure palliative per le persone con demenza nell’ultimo anno. In 1 caso su 4 si rileva l’impossibilità di attivazione del servizio all’interno della regione/Asl.
Fonte: Agensir