Avvenire di Calabria

Dazi Usa: Becchetti (economista), “non conviene che l’Europa applichi ritorsioni, Paesi colpiti rafforzino relazioni commerciali e cooperazione”

di Redazione Web

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“Siamo di fronte ad una crisi, anche nei mercati, che questa volta è veramente e unicamente causata dalla politica. Questo è il fatto singolare”. Così Leonardo Becchetti, professore ordinario di Economia politica presso l’Università di Roma Tor Vergata, commenta in un’intervista al Sir la situazione economico-finanziaria venutasi a creare con l’annuncio da parte del presidente statunitense Donald Trump, di introdurre dazi per i prodotti importati da molti Paesi nel mondo. “La politica di Trump è contro ogni logica economica e i mercati finanziari, che seguono logiche economiche, lo stanno segnalando”, spiega l’economista, aggiungendo che di fronte alle decisioni dell’Amministrazione statunitense “la strategia migliore per tutti è sempre quella della de-escalation, cercando cioè di attenuare la tensione innanzitutto a parole, con le dichiarazioni e con i comportamenti”. Per Becchetti, “probabilmente non conviene che l’Europa applichi delle ritorsioni, perché poi questo danneggerebbe anche noi. Forse in questo momento sarebbe meglio semplicemente soprassedere, far passare la tempesta… e, certo, negoziare poi con gli Stati Uniti per tornare a un modello nel quale questi dazi vengano rimossi”. D’altra parte, aggiunge, “sappiamo bene che l’uno contro uno distrugge sempre valore mentre uno con uno ne crea. La strada è quella della cooperazione multilaterale, dell’apertura degli scambi; quella che avevamo intrapreso anche con la globalizzazione”. Il docente auspica che “tutti i Paesi colpiti dagli Stati Uniti in questo momento rafforzino le loro relazioni commerciali per controbilanciare anche quelli che sono poi i danni creati dalla politica dei dazi americani”. “Deve esserci una risposta nella direzione di una maggiore cooperazione da parte degli altri Paesi”, prosegue. E sull’atteggiamento dei singoli consumatori, non ha dubbi: si “deve usare quella che è la leva del voto col portafoglio. Cioè dobbiamo usare la nostra capacità di consumo e di risparmio per premiare o sanzionare chi si comporta in un certo modo”. “Chi sta già pagando questo effetto – osserva – è la Tesla di Musk che ha perso moltissimo proprio perché se prima era la paladina del ‘green’ per tutto un mondo di consumatori ora da quello stesso mondo vede crescere una rivolta”.

Fonte: Agensir

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