
Papa Francesco: oltre 90mila persone per l’omaggio in basilica
Papa Francesco: oltre 90mila persone per l’omaggio in basilica
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Un invito alla responsabilità e al cambiamento degli stili di vita, per il bene dell’ambiente e la salvaguardia del creato e per contrastare la cultura dello scarto, così presente nella società contemporanea, è arrivato dal vescovo di Albano Vincenzo Viva oggi, nel giorno della “Marcia giubilare per la terra” che ha visto riuniti istituzioni, associazioni e tanti cittadini, nel cammino da Santa Palomba fino alla cattedrale di Albano.
Proprio a San Pancrazio, mons. Viva ha accolto, insieme al vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, presidente della Conferenza episcopale campana, i manifestanti che hanno aderito all’iniziativa proposta dalla Comunità Laudato si’ insieme con diverse realtà della comunità ecclesiale, con i sindaci e i rappresentanti istituzionali dei Comuni del territorio, i rappresentanti delle chiese cristiane, della diocesi ortodossa romena d’Italia, del Patriarcato ecumenico sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia ed esarcato per l’Europa meridionale, delle confessioni religiose del territorio, e insieme ad oltre 60 tra associazioni e comitati.
“Anche il nostro territorio diocesano – ha detto mons. Viva – così ricco di doni del Creato, così bello per tanti aspetti naturalistici e umani, vive le sue preoccupazioni e sofferenze. Noi come Chiesa, come pastori, sacerdoti, parrocchie e associazioni condividiamo le gioie e le ansie della nostra gente”. Il vescovo ha quindi ripreso le parole di Papa Francesco nella sua enciclica Laudato si’, in cui avverte che la sfida urgente della società contemporanea è quella di unire tutta la famiglia umana verso uno sviluppo sostenibile e integrale: “Il nostro territorio, accanto ai tanti doni – ha aggiunto Viva – vive purtroppo proprio quell’intreccio di quelle due crisi che Papa Francesco ha richiamato nella sua enciclica Laudato si’: una crisi sociale e una crisi ambientale. I nostri parroci e amministratori hanno chiaramente davanti a se come certi quartieri delle nostre città, certe zone del territorio diocesano vedono intere case popolari, ghetti o dei veri quartieri, dove vengono ‘scaricate’, spesso da altre amministrazioni, persone indigenti e famiglie problematiche, quasi come se fossero dei ‘rifiuti umani’ agli occhi del mondo. Questi poveri vengono scaricati a volte non lontani dagli scarichi della spazzatura che non si riescono a gestire responsabilmente altrove. A questo si aggiungono le ferite di tanti rifiuti abbandonati lungo le nostre strade, specialmente in alcune zone industriali, che deturpano il volto del Creato e del nostro territorio. Crisi sociali e crisi ambientali che, come dice Papa Francesco, non sono separate, ‘bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale’”.
Da qui l’invito del vescovo di Albano: “Siamo allora chiamati a prendere coscienza e responsabilità, a cambiare stili di vita, a impegnarci a livello educativo e stimolare l’azione culturale e politica. Siamo invitati a riflettere sul nostro modello di consumo e di produzione, a contrastare la ‘cultura dello scarto’. Una gestione sostenibile dei rifiuti implica non solo sistemi efficaci di raccolta differenziata e di riciclo, ma anche e soprattutto un ripensamento dei nostri stili di vita, orientandoli verso la sobrietà e la condivisione”.
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