Avvenire di Calabria

Diocesi: Ancona, l’intelligenza artificiale ha dato un volto e voce al patrono san Ciriaco

di Redazione Web

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Alla presenza delle Autorità civili e militari, mercoledì 30 aprile sono stati resi noti i risultati scientifici delle indagini e delle analisi, iniziate nel novembre del 2023, e le principali novità rispetto alla vecchia ricognizione scientifica del 1979 del corpo di San Ciriaco, patrono di Ancona e dell’Arcidiocesi di Ancona-Osimo, il più antico corpo mummificato di un santo, noto attualmente in Occidente. Dalla ricognizione, grazie all’intelligenza artificiale (Ai), è stato possibile vedere il volto e ascoltare la voce del santo che, come aveva evidenziato la ricognizione del 1979, era alto circa 165-170 cm, deceduto XVII secoli fa, a più di 60 anni di età dopo diverse torture. Le nuove analisi sono state condotte da Gino Fornaciari e Antonio Fornaciari della Divisione di Paleopatologia Dipartimento di Ricerca e Traslazione e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia Università di Pisa e da Andrea Giovagnoni, Ordinario di Radiologia della Politecnica e Direttore del Dipartimento di Scienze radiologiche dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche. Circa la provenienza geografica del santo, il risultato dell’analisi isotopica dello smalto dentario mostra valori compatibili con l’area marchigiana ma anche con la Palestina, in particolare della Galilea. Altre analisi hanno permesso di stabilire l’alimentazione che il santo ebbe negli ultimi 5-10 anni di vita. Fornaciari ha spiegato che “la dieta era ricca di proteine. Questo è un altro dato interessante: dimostra che è un individuo che aveva accesso a risorse alimentari di alto livello e apparteneva a una classe sociale elevata. Quindi verosimilmente era un vescovo, come ci ha tramandato l’agiografia”. Giovagnoni ha spiegato che “è stata utilizzata la tecnologia più moderna a disposizione, una Tac con due tubi, l’intelligenza artificiale e i sistemi di ricostruzione e visualizzazione delle immagini. Nella prima ricognizione sono state utilizzate 8 immagini, noi per questo studio abbiamo rivisto 12mila immagini”. L’intelligenza artificiale ha anche dato un volto a San Ciriaco, che “è apparso con la barba, con la mitria sul capo, appoggiato a un bastone che probabilmente utilizzava, considerato che aveva una frattura al femore. Inoltre l’intelligenza artificiale ha simulato la voce del santo, che ha parlato in greco e in italiano”. Sulla morte del santo, lo studio non ha ancora stabilito una causa precisa. Un altro passo in avanti è stato fatto anche relativamente a un altro elemento della tradizione agiografica, relativo al martirio per ingestione di piombo fuso. “L’ultima ricognizione del 1979 aveva dimostrato un alto contenuto di piombo a livello tracheale – ha spiegato Fornaciari – ma le nuove analisi più efficaci hanno rivelato una presenza di piombo non elevata, in un range compatibile con quello che in genere si ritrova nelle ossa e negli scheletri che provengono da scavi archeologici. Ciriaco, quindi, non è morto per aver ingerito piombo fuso”. “La via della fede e la via della scienza non si contrappongono – ha detto il vescovo, mons. Angelo Spina – la fede e la ragione sono come due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità. I risultati, come ci sono stati presentati questa sera, ci aiutano ad avere più consapevolezza del grande dono che è stato fatto a questa città, di avere un santo che la protegge e veglia su tutti. Il corpo di un santo ci fa cogliere come la santità la puoi toccare con le mani, è a portata di mano ed è per tutti. Il volto più bello della Chiesa è la santità”.

Fonte: Agensir

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