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Si intitola “Mutanti” il Rapporto 2024 sulle povertà elaborato dalla Caritas diocesana di Arezzo-Cortona-Sansepolcro che è stato presentato oggi. Numeri che – sottolinea la Caritas – esprimono le situazioni di bisogno sul territorio, viste nel contesto demografico e socio-economico, cercano di individuare le cause di impoverimento e propongono azioni di contrasto alle povertà. Numeri dietro i quali “ci sono storie complesse di sofferenza e fragilità ai quali gli operatori e volontari della Caritas cercano di fare fronte guardando alla persona nel suo complesso, cercando di innescare percorsi di uscita dallo stato di bisogno e autonomia, evitando di limitarsi all’erogazione di beni, servizi e men che meno, denaro”. Un lavoro delicato che richiede grande professionalità e motivazione, guidato sempre dalla carità evangelica e che spesso si trova a fare i conti anche con “inadeguatezze di alcuni servizi in capo a vari Enti e problematiche strutturali dove non sempre le istituzioni preposte riescono a essere efficaci”. “È importante che la comunità cristiana sia vigile, attenta e capace di osservare”, ha detto il vescovo mons. Andrea Migliavacca, che, come in ogni diocesi, è anche presidente della Caritas diocesana. Questo rapporto sulla povertà – ha aggiunto – esprime “l’attenzione della Chiesa verso la società nel cogliere e segnalare le situazioni di disagio, bisogno, emarginazione e povertà che ci attraversano. Si tratta di un servizio importante che riteniamo di fare anche alla comunità civile ed è come un segno, perché tutti possiamo diventare attenti a cogliere questi segnali di bisogno che chiedono attenzione”. Nella diocesi toscana nel corso del 2023 sono state 2.105 le persone registrate presso i servizi della Caritas diocesana nei centri diocesani e nei 35 parrocchiali sparsi sul territorio, anche se sono stati 9.203 i contatti visivi e telefonici avuti nel corso dell’anno dal Front Office. Si conferma la forte presenza di persone italiane che con il 33% rappresentano la maggioranza relativa di coloro che si recano agli sportelli Caritas (36,7% nel Cda diocesano), seguite dalle nazionalità del Marocco (13,2%), Romania (9,8%), Albania (6,9%), Bangladesh e Nigeria (5,5%). Si conferma una maggioranza di donne (55,4%) e lo stato civile lascia intendere che dietro le richieste di aiuto ci sono intere famiglie in difficoltà; infatti il 48,1% è coniugato, divorziato/separato il 15,7% e vedovo/a il 6,2%. Il 35,7% ha dichiarato di avere figli minori a carico, per un totale di 1.341 minori sostenuti indirettamente da Caritas. Ad essi si sommano ulteriori 606 figli maggiorenni ancora a carico delle famiglie, per un totale di 1.947 figli supportati tramite le rispettive famiglie. Il Progetto Sif (Sistema inclusione famiglie) attraverso il servizio “Latte e pannolini” attivo per 125 famiglie e 128 bambini, ha per esempio distribuito 1.273 confezioni di pannolini e 119 di latte in polvere; ha fornito sostegno al reddito a 82 famiglie attraverso 138 interventi per 16.752,50 euro e ha garantito sostegno alimentare per 98 persone/famiglie. In merito alle condizioni abitative il 60,6% di coloro che si sono rivolti alla Caritas diocesana e ai centri parrocchiali vive in affitto e il 61,1% ha dichiarato di essere disoccupato/inoccupato. Fa riflettere che il 19,7% degli utenti ha bisogno di un sostegno nonostante sia occupato e il 7,6% pensionato.
Sul fronte dell’accoglienza, la Casa San Vincenzo ha accolto 68 persone, 38 migranti e 30 persone del territorio. Casa Santa Luisa, dedicata a donne/famiglie, ha accolto 23 adulti e 11 minori. Il servizio di accoglienza invernale, che va ben oltre l’essere un semplice dormitorio, nel periodo di apertura dicembre 2023/aprile 2024 ha accolto 29 persone. L’accoglienza di profughi ha visto 80 persone accolte di cui 44 nuovi inserimenti.
Fonte: Agensir