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Mercoledì 19 marzo, a partire dalle ore 18, la Caritas diocesana di Faenza-Modigliana e la Fondazione Pro Solidarietate invitano la comunità a partecipare all’inaugurazione dei locali rinnovati del dormitorio maschile e del centro diurno, situati in via Manzoni 5 a Faenza. L’evento sarà un’occasione speciale per conoscere da vicino gli spazi dedicati all’accoglienza e al sostegno delle persone in difficoltà. Dopo i saluti istituzionali e la benedizione degli ambienti, alcuni ospiti e volontari condivideranno la loro esperienza, offrendo testimonianze sul valore di un luogo sicuro in cui offrire e ritrovare dignità e speranza. L’iniziativa si inserisce nell’impegno costante della Caritas diocesana nel rispondere ai bisogni delle persone più fragili, promuovendo percorsi di inclusione e solidarietà all’interno della comunità.
Il dormitorio di prima accoglienza maschile offre 14 posti letto durante tutto l’anno, con un orario di apertura ampliato nei mesi invernali. Nel 2024, ha accolto 52 persone, per un totale di 3.986 accessi. Grazie al lavoro di 10 volontari, il servizio si è evoluto migliorando le prassi di gestione, come la disponibilità di un salotto per la socializzazione e quella di uno spazio dedicato ai fumatori. Il centro diurno “La Tenda” è uno spazio di libero accesso per chi vive situazioni di grave marginalità. Oltre a offrire un luogo di incontro e socializzazione, propone attività ricreative come giochi da tavolo, accesso al wifi, televisione e letture. Il centro diurno è aperto solo nei mesi invernali. Negli ultimi mesi dell’inverno 23/24, gli accessi sono aumentati fino a una media di 7-8 persone al giorno, con picchi di 10-15 presenze. Attualmente, 14 volontari e alcuni giovani in servizio civile collaborano per garantire un ambiente accogliente e inclusivo.
“Il rinnovo dei locali del centro diurno e del dormitorio maschile rappresenta non solo un miglioramento strutturale – ricorda il direttore della Caritas, don Emanuele Casadio -, ma anche un segno tangibile dell’attenzione della Caritas per le persone più vulnerabili. Come ricorda Papa Francesco, ‘Non stanchiamoci di trasformare il brutto in bello, il degrado in opportunità, il disordine in armonia’. Curare gli ambienti di accoglienza significa offrire dignità e riconoscimento a chi troppo spesso si sente invisibile”.

Fonte: Agensir