Avvenire di Calabria

Diocesi: Mazara del Vallo, il card. Zuppi interviene all’Assemblea ecclesiale. “Guardare al Mediterraneo e ai migranti con l’occhio dell’incontro”

di Redazione Web

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“Dobbiamo guardare al Mediterraneo e ai migranti con l’occhio della storia, a volte faticosa e cruenta, e quello dell’incontro, sennò questo diventa scontro. Bisogna difendere sempre la vita, perché nessuno la perda e poi dobbiamo considerare il mare Mediterraneo come il mare nostrum e non un mare di nessuno dove la vita non conta più niente”. Lo ha ribadito il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, ieri a Mazara del Vallo per l’Assemblea diocesana convocata dal vescovo mons. Angelo Giurdanella. Quello di Mazara del Vallo è stato uno dei primi incontri territoriali diocesani per il cardinale dopo l’Assemblea sinodale che si è svolta a Roma lo scorso week-end.
Il card. Zuppi è intervenuto in cattedrale parlando ai fedeli: “Cosa vuole dire essere cristiani? Mettersi la medaglia? Essere cristiani significa essere una comunità battesimale, nessuno è spettatore, nessuno è estraneo. Siamo uguali? No, ma dobbiamo costruire tutti insieme la comunità”. Poi, ha parlato della bellezza della prossimità: “La conseguenza è che trovo il mio prossimo – ha detto –, abbiamo tutto reso dovere senza spiegare l’amore. Se vedo qualcuno che ha bisogno l’aiuto la chiave è la compassione”. Poi un passaggio del cardinale sulle relazioni: “Sono aumentate moltissimo le malattie delle relazioni che sono nel profondo – ha affermato –, ossia ci sono tante persone, compresi i giovani, che stanno chiusi a casa e che noi dovremmo guarda con l’amore. Abbiamo tante sofferenze, tante stranezze, tante tristezze ma è anche tanto frutto delle difficoltà delle relazioni. Ho paura che un eccesso di medicalizzazione senza la prossimità non aiuta. Io posso mandare tutti gli esperti, ma se sono solo rimango tale”. Il Sinodo, ha spiegato il card. Zuppi, “è un’opportunità meravigliosa di decidere le cose insieme, capirle”. “Prendiamola sul serio, partecipiamo ma dobbiamo sentirla con l’amore e così aiutare questo corpo umano che è la Chiesa nella sua bellezza, in una generazione che ne è lontana e che tante volte cerca delle risposte ma non le trova”.

Fonte: Agensir

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