Avvenire di Calabria

Diocesi: Milano, mons. Delpini all’ospedale di Monza. Un invito agli adolescenti: prendersi cura di chi è malato

di Redazione Web

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In serata l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, ha fatto visita all’ospedale San Gerardo di Monza, accompagnato da un centinaio di ragazzi degli oratori, incontrando medici, infermieri e pazienti del reparto delle malattie del sangue e leucemie pediatriche, dove morì Carlo Acutis il 12 ottobre 2006 dopo una brevissima degenza. I ragazzi ha ascoltato toccanti testimonianze, fra cui quella di Valentina, 18 anni: “Sono una ragazza quasi come voi: non ho mai voluto voltare le spalle alla vita, anche se è difficile mentalmente e fisicamente. Ciò a cui penso di più è la forza che la fede mi ha dato per continuare a combattere, essendo stata ricoverata per settimane e mesi, a volte in totale isolamento terapeutico”.
Gli adolescenti provenivano dagli oratori di Casale Litta, Monza, Milano, Carugo-Arosio, Bovisio Masciago: partecipano agli appuntamenti del ciclo “L’arcivescovo vi invita”, giunto alla quarta tappa. Una visita dal duplice significato: un ulteriore passo verso la conoscenza del beato Carlo, che verrà canonizzato il prossimo 27 aprile nel contesto del Giubileo degli adolescenti a Roma, e la prosecuzione dell’iniziativa promossa dalla Fondazione oratori milanesi. In 7 lunedì nel corso dell’Anno santo la proposta porta i ragazzi degli oratori a incontrare realtà ed esperienze che parlano oggi delle opere di misericordia.

“Voglio lasciarvi tre parole – ha detto Delpini –. Che vi rendiate conto che ci sono coetanei malati. A volte il rischio è di vedere solo i propri impegni, vivendo in un mondo astratto. Essere coetanei di tutti i ragazzi che hanno situazioni di sofferenza è una scoperta di umanità, perché il mondo non è stato creato e non finisce solo attorno a ciascuno di noi”. Poi, “il prendersi cura”, come Gesù che dice, “Ero malato e siete venuti a visitarmi”, l’opera di misericordia corporale che guidava la serata. Infine: “Il nostro Dio non manda le malattie, ma manda lo Spirito santo per vivere la malattia, come anche la vita di tutti i giorni, da figli di Dio essendo capaci di amare”.

Fonte: Agensir

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