
Giubileo 2025: Acerenza, sabato a Tolve la celebrazione per operatori e volontari delle Caritas parrocchiali
Giubileo 2025: Acerenza, sabato a Tolve la celebrazione per operatori e volontari delle Caritas parrocchiali
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“Riscoprendo il nostro Battesimo e l’importanza della partecipazione all’Eucaristia, mentre i grandi della terra giocano con missili supersonici, con droni intelligenti, capaci di distruggere l’innocenza, noi, per quanto piccoli e impotenti, siamo chiamati a costruire un’umanità nuova sulle macerie che altri hanno procurato”. Lo ha affermato ieri sera mons. Giuseppe Antonio Caiazzo, vescovo di Cesena-Sarsina, presiedendo in piazza Duomo, a Matera, la celebrazione eucaristica con il rito dell’incoronazione di Gesù Bambino e della Madonna della Bruna, patrona della città dei Sassi.
“Era il 1983 – ha ricordato il presule – quando mani sacrileghe trafugarono le corone di Gesù e della nostra amata Mamma. Oggi, a distanza di tanti anni, con animo grato a Dio e alla generosità di quanti vi siete privati di oggetti preziosi, fusi e trasformati con vera perizia artistica in due corone, il capo della Vergine Maria e di suo Figlio, Gesù, nostro Redentore, vengono incoronati”. “Attraverso questo gesto – ha proseguito mons. Caiazzo – riconosciamo che Gesù è il Re dei re e la Madonna, Madre sua e Madre nostra, è la Regina, la Benedetta fra tutte le donne, la piena di grazia. E per questo noi benediciamo Dio che l’ha scelta”. “Affidiamo l’umanità intera e noi stessi, in questo tempo così drammatico, al Signore perché ci elargisca il dono più grande di cui abbiamo bisogno: la giustizia e la pace”, ha continuato, evidenziando che “conflitti e spargimento di sangue innocente stanno imperversando su tutta la terra. Il momento è grave e le sofferenze che ogni guerra procura sono lancinanti. Il male avanza e si fa strada nel cuore degli uomini. Benedetto XV definì il primo conflitto mondiale ‘inutile strage’”. “Attraverso il gesto dell’incoronazione che fra poco vivremo, vogliamo esprimere sinceramente il nostro filiale affetto verso la Madre di Dio e Madre nostra, affidandoci a lei”, ha sottolineato il presule: “È il gesto attraverso cui noi materani scegliamo, ancora una volta, la Madonna della Bruna come Regina del nostro cuore, come stella del mattino che ci indica il Sole che sorge, Gesù, invocando la sua protezione per i nostri ragazzi, i giovani, gli adulti, gli anziani, gli ammalati, le nostre famiglie, la nostra polis e regione, e quanti, a diverso titolo, ci governano”. “Incoronazione – ha osservato – che avviene dopo pochi giorni dall’annuncio del nuovo arcivescovo, mons. Benoni Ambarus, meglio don Ben. Poniamo lui e il suo ministero pastorale ai piedi della Madonna della Bruna: il pastore innamorato di Maria s’innamora della Chiesa a lui affidata, la servirà e la amerà per sempre senza risparmiarsi”. “Questa incoronazione – ha continuato – vuole essere anche segno del nostro impegno concreto nel saper mettere ordine nella nostra vita, ponendo Dio al primo posto e riconoscendo Gesù come Signore della nostra esistenza. È un amore indissolubile e fecondo che aiuta a cambiare la storia dell’umanità, ma necessita dell’apporto indispensabile di ognuno per una crescita nella fraternità, nella solidarietà, nel reciproco aiuto. Nessuno, soprattutto in questo tempo così difficile, potrà permettersi di rimanere impassibile e soltanto guardare”.
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