
Papa Francesco: il rito del velo bianco sul volto
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Tutti sono chiamati “a generare vita: nelle parrocchie, in diocesi, nelle relazioni. Ma generare senza amare non è possibile!”. Lo ha sottolineato ieri il neo vescovo di Grosseto e Pitigliano, mons. Bernardino Giordano, nel corso della celebrazione eucaristica con la quale ha avuto inizio il suo ministero nella Chiesa grossetana. Il rito è stato presieduto dal card. Augusto Paolo Lojudice, presidente della Conferenza episcopale toscana, in qualità di arcivescovo metropolita di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino, di cui la diocesi di Grosseto è suffraganea. Ha assistito alla celebrazione il card. Ernest Simoni, in rappresentanza dell’arcivescovo di Firenze, Gherardo Gambelli, impossibilitato a partecipare per un impegno nella sua diocesi. Hanno concelebrato 12 vescovi, tra i quali gli emeriti Franco Agostinelli, Rodolfo Cetoloni e Giovanni Roncari. Il card. Angelo Scola, che ha retto la diocesi di Grosseto dal 1991 al 1995, impossibilitato a raggiungere la Maremma, ha fatto pervenire al neo vescovo parole di affettuosa vicinanza.
Nella “domenica Laetare”, mons. Giordano ha sottolineato che “se non facciamo festa non sappiamo neanche riconoscere il cammino che stiamo facendo. L’orientamento della nostra penitenza è, infatti, la gioia: il digiuno, l’elemosina la preghiera sono per un incontro!”. Commentando poi la parabola del padre misericordioso, il presule ha evidenziato che “ognuno può vivere alla sua maniera – ha detto – ma siamo comunque chiamati a far festa con Dio. Fare festa – ha aggiunto – significa avere dei legami: e quanto sono importanti! La nostra vita ce la costruiamo coi legami!”. E ha poi osservato: “C’è modo e modo di vivere ogni cosa: da dissoluti, cioè senza legami, oppure per cambiare. Questa domenica è un continuo richiamo alla nostra vita interiore. Riflettiamo, allora, davanti a Dio, su come siamo chiamati a ricostruire i nostri legami. Fossimo anche nel peccato più grave dobbiamo sapere che c’è un Dio che ci aspetta”. Mons. Giordano ha proseguito sottolineando che “il nostro credere è una relazione, ma se non la teniamo viva come possiamo portarla avanti?” E ancora: “La presenza di Gesù è viva nella nostra vita e ognuno di noi è segno di quella presenza. Allora la nostra identità non è solo segnata dal fare, ma diventa rapporto con qualcuno”. Poi rivolgendosi alle famiglie: “Voi ci dite come si vive la capacità di unificare e costruire ponti e ci ricordate che senza amore non si fa nulla”.
Prima della celebrazione mons. Giordano è stato accolto nella comunità parrocchiale di Roselle per poi giungere a Porta Corsica da dove, a piedi, ha raggiunto la cattedrale. Sul sagrato l’abbraccio con mons. Roncari e il saluto delle autorità civili. Il vescovo ha ricambiato ringraziando calorosamente la Maremma per l’accoglienza riservata e ha consegnato due parole: “Insieme” e la consapevolezza che “la fatica non è una sconfitta”.
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