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“Abbiamo bisogno di preti che sappiano aprire le comunità all’esterno”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Lucca, mons. Paolo Giulietti, presiedendo in cattedrale la celebrazione eucaristica durante la quale ha consacrato sacerdoti don Angelo Ferrera, originario di Gela in Sicilia, e don Antony Shehan, originario dello Sri Lanka, assieme al religioso fra’ Martino Chiaramonte, originario della parrocchia lucchese di Sant’Anna. Nell’omelia il presule ha richiamato “quella Chiesa in uscita che Papa Francesco ci consegna come una delle sue eredità principali e sempre da realizzare. Non una Chiesa timida, chiusa nelle proprie sagrestie, nei propri problemi. Ma una Chiesa attenta a ciò che accade intorno a sé, ai piccoli, ai poveri agli ultimi ma anche a ciò che accade ai giovani, alle famiglie e ai lavoratori”. Rivolgendosi in particolare a don Antony, mons. Giulietti ha annunciato che invierà un messaggio al ministero degli Esteri italiano e all’ambasciata italiana in Sri Lanka: “Ti chiedo scusa, carissimo Anthony, perché ai tuoi genitori – ha spiegato – è stato impedito di essere oggi qui con te, a rendere grazie a Dio per il dono del tuo sacerdozio. Anche a noi è stato impedito di dire loro il nostro grazie per un figlio che servirà una Chiesa, e un popolo diversi dai suoi, lontano dalla sua casa e dalla sua famiglia. Voglio dirti sinceramente, e lo scriverò, che oggi mi vergogno di essere italiano”. “Perché un grande Paese come il nostro, che è stato faro di civiltà e di umanesimo, si è mostrato prigioniero delle proprie paure”, ha commentato l’arcivescovo: “Fino al punto di negare un visto turistico a un papà e una mamma, che volevano partecipare all’ordinazione del figlio. Il Signore ci aiuti ad essere davvero una Chiesa capace di portare speranza a un mondo che evidentemente ha più paura che fiducia nel futuro”.
Fonte: Agensir