Avvenire di Calabria

Diocesi: mons. Moraglia (Venezia), “il sacerdote non è un uomo che possiede qualcosa, ma che dona quanto ricevuto in abbondanza con il ministero ordinato”

di Redazione Web

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“Il sacerdote non è un uomo che possiede qualcosa, ma piuttosto una persona che dona quello che ha ricevuto in abbondanza con il ministero ordinato, esercitando così la paternità spirituale (altrimenti si eserciterà solo l’egoismo spirituale). Per essere un prete secondo il cuore di Cristo sarà, allora, fondamentale far vivere e risuonare in te, in modo pieno e totale, l’onnicomprensivo principio mariano, ossia lasciare che il tuo odierno sì ti ‘espropri’ fino in fondo del tuo uomo vecchio. E ciò deve realizzarsi da subito”. Così il patriarca di Venezia Francesco Moraglia si è rivolto sabato mattina (28 giugno, solennità dell’Immacolato Cuore di Maria, ndr) a don Rafael Arias Mejia, 27 anni, colombiano, durante l’omelia della messa di ordinazione sacerdotale nella basilica di San Marco. Alunno del Seminario patriarcale dove ha compiuto tutta la formazione vocazionale, don Rafel è ora studente di Teologia morale a Roma presso la Pontificia Università della Santa Croce dove ha completato il primo anno del corso di licenza.
“Molto nell’apostolato di un prete – ha spiegato Moraglia – dipende dalla testimonianza, dal dono, dall’obbedienza e dal sacrificio che un sacerdote compie nel render fecondo il suo ministero. E tutto questo si realizza e si comprende bene quando, nel ministero, un sacerdote non si impossessa delle cose o delle persone (sotto il termine ‘amicizia’) e neanche degli uffici ma è capace – come Gesù diceva di sé – di non fermarsi, ma di passare di villaggio in villaggio per annunciare, in modo instancabile, il Regno di Dio e compiere gli atti sacramentali del Regno di Dio là dove il Signore lo manda, sempre e in ogni momento ascoltando la voce della Chiesa”.

Fonte: Agensir

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