Avvenire di Calabria

Diocesi: mons. Perego (Ferrara) ai giornalisti, “senza speranza la comunicazione è schiacciata sull’oggi e non guarda al domani”

di Redazione Web

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“In quest’anno giubilare, guida la nostra celebrazione la virtù della speranza, virtù che ci aiuta a guardare l’oggi per costruire il domani, e di guardare al domani con una nuova narrazione”. Lo ha detto oggi mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, durante la celebrazione con i giornalisti nella chiesa di Santo Stefano a Ferrara. Il presule ha richiamato il tema della responsabilità che è “richiesta sempre di più oggi a chi lavora nel mondo della comunicazione, che rischia di essere trascinato nell’onda delle informazioni deformate, se non addirittura false, per provocare, contrapporre, modificando addirittura la percezione della realtà per avvalorare una tesi”. In questo modo la comunicazione – ha detto il presule ferrarese – “genera ansia e paura, non speranza, mina le basi della comunità e la costruzione del bene comune, dissolve il vero volto dell’altro – parafrasando una affermazione di don Tonino Bello ricordata da Papa Francesco nel messaggio di quest’anno – indebolisce la speranza. E senza speranza c’è disperazione, si alimenta la sfiducia e l’illusione. Perché la speranza è vita”. “Chi legge e comunica la vita – ha aggiunto mons. Perego –, chi fa cronaca se non sa leggere i fili d’erba nelle crepe del muro rischia di nascondere, se non addirittura uccidere i nuovi volti, le piccole e nuove esperienze, le sperimentazioni, le innovazioni. Senza speranza la comunicazione è schiacciata sull’oggi e non guarda al domani, non sa collegare cause ed effetti, le scelte di ieri e le scelte di domani. Senza speranza si servono i padroni, ‘i pochi centri di potere che controllano una massa di dati e informazioni’ e si diventa solo cassa di risonanza di qualcuno. Essere comunicatori di speranza significa andare sulla strada, incontrare per raccogliere certamente rabbia, insoddisfazione, chiusure, ma anche atteggiamenti di apertura e amicizia, generando interesse, rispettando sempre la dignità di ogni persona, con creatività, e cercando di costruire comunità”. Per mons. Perego anche “nella nostra città, nei nostri Paesi c’è chi sta ribaltando le logiche di una politica che cerca solo il consenso dimenticando i problemi, che non si schiera secondo le polarizzazioni, ma guarda ai problemi, che preferisce amministrare il territorio piuttosto che posti nel partito, che si vergogna di usare parole e provocazioni per alimentare le contrapposizioni, che riparte dagli ultimi piuttosto che dai primi, dai piccoli piuttosto che dai grandi, che non sono sui social, ma accanto alla gente. Nelle nostre città e nei paesi c’è chi spende la sua vita accanto ai malati, a chi arriva da lontano, a chi studia, a chi è solo: volontari della speranza, consacrati al bene”. Il lavoro dei giornalisti “non è facile, soprattutto oggi, anche perché – ha detto l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio – spesso precario, senza una reale redazione, senza confronto. Per questo vi siamo grati, che nonostante questo ogni giorno, ogni settimana sapete comunicare un vissuto attorno a noi”.

Fonte: Agensir

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