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“Con l’istituzione del ramo Ets dell’arcidiocesi di Napoli abbiamo finalmente uno strumento utile a ‘fare bene il bene’ e a migliorare anche il nostro lavoro quotidiano a fianco degli ultimi e dei più marginali. La prima opera di questo ramo sarà proprio la Casa Bartimeo, una casa di accoglienza, di inclusione e carità nel cuore di Napoli. Questa opera, che includerà una comunità residenziale, un poliambulatorio e il centro di ascolto diocesano, è un segno tangibile dell’impegno della Caritas nel rispondere ai bisogni dei più vulnerabili. Casa Bartimeo sarà un luogo dove le persone in difficoltà potranno trovare non solo supporto materiale, ma anche ascolto e dignità. Ciò che rende speciale questa iniziativa è la sinergia tra diverse realtà del nostro territorio, parrocchie, associazioni ed enti che collaboreranno fianco a fianco nel realizzare questo sogno”. Lo spiega suor Marisa Pitrella, direttrice della Caritas diocesana di Napoli, in occasione della presentazione di due nuovi progetti: il Polo della Carità “Casa Bartimeo” e il Mudd – Museo diocesano diffuso di Napoli.
Il progetto non solo risponde alle esigenze immediate del territorio, ma rappresenta un’opera segno per l’intera arcidiocesi. È un simbolo forte dell’impegno ecclesiale e del tentativo di costruire un modello di sostenibilità sociale nuovo e integrato, un vero e proprio appello alla comunità a unirsi attivamente, condividendo risorse, tempo e competenze per costruire insieme un futuro migliore per chi è “colpevole” solo di trovarsi in povertà.
In un’ottica di condivisione e comunità, è stata lanciata “Pe’ Carità”, campagna di fundraising che mira a raccogliere fondi da destinare al rafforzamento dei progetti già messi in campo dalla Chiesa di Napoli e dalla Caritas, passando “dalla forza dei sogni alla concretezza dei segni”, come ha spesso ripetuto l’arcivescovo Mimmo Battaglia, dando lo spunto per il claim della campagna “Pe’ Carità”. Sarà possibile conoscere le modalità di donazione sul sito internet della Caritas di Napoli, nella sezione dona ora, e nelle parrocchie della diocesi di Napoli.
Sempre in un’ottica di sinergia l’arcidiocesi ha avviato parallelamente la nascita e lo sviluppo del Museo diocesano diffuso di Napoli.
Il progetto incoraggia lo sviluppo di forme di imprenditorialità sociale giovanile che favoriscono la creazione di opportunità lavorative per i giovani del territorio, chiamati ad assumere un ruolo attivo nella gestione e valorizzazione di questi luoghi e a diventare promotori della fede e della cultura della propria città. Per realizzare quest’ambiziosa visione, la Chiesa di Napoli ha istituito la Fondazione di partecipazione “Napoli C’entro”.
” Un’idea visionaria – spiega don Antonio Loffredo, vicepresidente della Fondazione – che parte dal basso e punta a favorire la partecipazione e l’inclusione delle comunità di territorio. Una Fondazione di partecipazione che nasce innanzitutto per mettere nel cuore dei napoletani, soprattutto dei giovani, il seme prezioso e fecondo, materiale e immateriale, della sua storia, della sua arte e della sua cultura. Un sogno condiviso meraviglioso: quello di consegnare alla città e ai suoi giovani, quel patrimonio dell’Umanità che il mondo ci invidia, sicuri che, in questa terra feconda, i beni fioriranno e daranno ancora numerosi frutti”.
Con il Museo diocesano diffuso, che partirà ufficialmente nel 2025 con la valorizzazione del duomo di Napoli, il centro storico della città diventerà un museo vivo, inclusivo e accessibile.
Fonte: Agensir