Pace: card. Zuppi alla veglia di preghiera, “il Giubileo sia un’opportunità”
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“Pompei si sta preparando a celebrare una ulteriore tappa della sua straordinaria storia di fede, di devozione mariana e di carità: un anno in preparazione al centocinquantesimo anniversario dell’arrivo a Valle di Pompei dell’Icona della Vergine del Rosario (13 novembre 1875), evento che segnò la nascita del santuario e della nuova città di Pompei”. Lo ha detto, ieri, l’arcivescovo di Pompei, mons. Tommaso Caputo, nell’introduzione della messa celebrata ieri, in cui ha annunciato l’Anno giubilare pompeiano, che inizierà il 13 novembre, e un messaggio del Papa, proprio per i 150 anni dell’arrivo del quadro della Vergine del Rosario a Pompei.
“Come sapete – ha evidenziato mons. Caputo -, il nostro quadro fu trasportato da Napoli sopra un carro di letame. Un inizio umile, in linea con lo stile di Dio che sa trarre grandi cose dal niente o dalle realtà più insignificanti. In pochi anni, grazie all’ardore apostolico dell’avvocato Bartolo Longo, proclamato beato il 26 ottobre 1980, Valle di Pompei diventò un avamposto della fede, luogo dello Spirito e l’Icona della Madonna divenne nota e venerata nel mondo intero”.
Il presule ha sottolineato: “È stato eretto uno dei santuari più noti e cari alla pietà mariana mondiale e, insieme ad esso, il santuario della carità, costituito dai centri educativi, tuttora operanti, che accolgono, sull’esempio del beato Bartolo Longo, ragazzi e ragazze provenienti dall’emarginazione minorile, orfani, figli e figlie di carcerati, mamme con i loro bambini. A Pompei, da circa 150 anni, si continuano a scrivere pagine e pagine di una straordinaria storia di accoglienza e di promozione umana. La devozione alla Madonna di Pompei ha così coniugato l’amore per Dio e l’amore per il prossimo, mentre la preghiera mariana del Rosario diventa un efficace strumento di evangelizzazione”.
“È nostro desiderio che il traguardo dei 150 anni divenga un momento di grazia e di crescita per tutti quelli che vivono in questa città e per i milioni di fedeli che traggono ispirazione dal carisma pompeiano”, ha dichiarato mons. Caputo.
Nell’omelia, l’arcivescovo ha affermato: “Gesù desidera che imitiamo la povera vedova, facendo le cose di ogni giorno – il lavoro, la preghiera, i nostri doveri – con disinteresse, avendo fiducia nella Parola di Dio e nelle sue promesse, che non mancheranno di realizzarsi.
Così è stato per il beato Bartolo Longo che, come ricorda Papa Francesco nella sua lettera, ha scoperto in quella voce udita nel profondo dell’animo, ‘Se cerchi salvezza, propaga il Rosario’, il senso di una promessa e, in qualche modo, di un mandato, e il Rosario è divenuto, sempre più, ‘catena dolce che ci rannoda a Dio’, ma anche catena di amore che si fa abbraccio per gli ultimi e gli emarginati”.
Mons. Caputo ha affidato “all’intercessione della Madonna il nostro desiderio di vivere la fede senza ostentazioni e presunzioni, di essere strumenti di fraternità, di operare con disinteresse in favore del nostro prossimo. Possa il Signore trovare in tutto quello che facciamo solo l’amore per Lui” e anche “l’Anno di preparazione alla celebrazione del 150° anniversario dell’arrivo del quadro a Pompei affinché diventi per noi occasione per riscoprire la bellezza del Rosario”.
“Come auspicato da Papa Francesco nella lettera che ci ha donato, possa anche oggi, all’umanità bisognosa di ritrovare la via della concordia e della fraternità, parlare ancora il Signore mediante il messaggio della Madonna di Pompei”, ha concluso il presule.
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