Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE
“L’arte più forte della guerra”. È il titolo del viaggio che il Museo dell’Opera del Duomo di Prato intende intraprendere ospitando due mostre, più un ricco programma di attività collaterali, dedicate alla ricerca della pace durante la seconda guerra mondiale.
La prima si intitola “Il soldato che dipingeva la pace” e sarà inaugurata domani, sabato 9 settembre, alle ore 17,30, nei giorni della festa della città e dell’anniversario dell’Armistizio; l’altra, in programma a partire dal mese di marzo 2024, è dedicata al racconto della messa in sicurezza e della distruzione di chiese e del patrimonio artistico di Prato durante i bombardamenti sulla città.
“In questo anno il Museo dell’Opera del Duomo vuole creare un dialogo tra le opere della collezione permanente e testimonianze visive, in gran parte inedite, che possano raccontare storie portatrici del valore universale della pace”, spiega Veronica Bartoletti, direttrice dei Musei diocesani di Prato.
Quando arrivò in Italia come soldato volontario, James Donald Orr era un giovane pittore sudafricano. Era il 1944, decise di arruolarsi nell’esercito e fu inviato a prendere parte alla liberazione del nostro Paese. Attraversò la penisola da sud a nord, da Taranto al Lago Maggiore, passando per la Toscana e sostò per ben otto mesi a Prato, dove strinse amicizia con molte famiglie, tra queste si ricordano i Rindi, i Bardazzi e i Bacci. Con sé aveva un diario, nel quale fissava pensieri e avvenimenti della giornata appena trascorsa, e dei cartoncini, formato tascabile, sui quali ha dipinto con la tecnica dell’acquerello paesaggi e momenti di vita.
“Al contrario di quanto si possa pensare – afferma la direttrice Bartoletti – le testimonianze lasciate da questo soldato, non descrivono le atrocità di guerra, ma spaziano su scenari legati alla quotidianità e alla bellezza dei luoghi da lui visitati. Tra questi c’è anche Prato. Nei suoi dipinti si percepisce l’amore per una terra nuova, la scoperta meravigliosa di colori e orizzonti mai visti fino a quel momento”.
Il diario e i dipinti, circa duecento (una trentina quelli in esposizione), fanno parte della collezione del Museo storico della Linea gotica di Montemurlo e sono stati messi a disposizione del Museo dell’Opera del Duomo per la realizzazione della mostra. “Le testimonianze visive spaziano dalla rocca di Cerbaia alla villa del Palco – dice Giuseppe Aucello, direttore del Museo Storico della Linea Gotica di Montemurlo –, poi ci sono la chiesa di santa Maria della Pietà, il borgo di Filettole, le ville delle famiglie Rindi, Bardazzi e Bacci, il tabernacolo del Podere Murato e anche il ritratto di alcuni partigiani della zona. Il viaggio prosegue poi fino al nord Italia toccando la rocca di Angera, Lecco, Cremona, Milano e il Lago Maggiore. Un percorso umano significante e pieno di dettagli che traspaiono sia dal diario che dalle pitture”.
La mostra, curata da Veronica Bartoletti e Giuseppe Aucello, è promossa da Esposizione storica permanente – Linea gotica di Montemurlo e Musei diocesani, con il patrocinio di Comune di Prato, Comune di Montemurlo, Provincia di Prato e Regione Toscana. Il giorno dell’inaugurazione saranno presenti anche le figlie di Orr, Mandi Campbell e Nerine Read.
Fonte: Agensir