
Papa Francesco: il rito del velo bianco sul volto
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La chiesa di san Brunone a Castel del Bosco in Montopoli in Valdarno, nella diocesi di San Miniato, ha accolto, venerdì 4 aprile, una Via Crucis accompagnata dai segni della Comunicazione aumentativa alternativa (Caa).
L’idea è stata proposta all’interno del Consiglio pastorale parrocchiale, subito accolta e sostenuta in ogni fase dal parroco, don Emanuel Mpolo Impes Ngazim , che ha voluto che questa celebrazione fosse un segno tangibile di una Chiesa che accoglie.
Dopo l’introduzione del sacerdote, Valeriano Dodde , papà di prole numerosa e presidente dell’Associazione Geniali e collaboratore parrocchiale, ha spiegato il significato della proposta, nata dal desiderio di rendere partecipi anche i più fragili, attraverso un linguaggio semplice e simbolico. Nel suo intervento ha fatto eco alla domanda provocatoria di don Stefano Buttinoni: “La Chiesa è davvero madre di tutti?”. Don Stefano Buttinoni, sacerdote della diocesi di Milano, componente del tavolo diocesano per l’inclusione delle persone con disabilità nella comunità cristiana, è anche autore del libro “La disabilità ci rende umani. Dieci passi per una comunità inclusiva”, in cui esplora come le comunità cristiane possano diventare più accoglienti verso le persone con disabilità, proponendo riflessioni e indicazioni pratiche per passare “dall’assenza all’appartenenza”.
Poi è iniziato il cammino. La Via Crucis è stata accompagnata da riflessioni, preghiere, gesti simbolici, pittogrammi e immagini, con il supporto della Lingua dei segni italiana (Lis). Un modo per rendere la preghiera accessibile anche a bambini, ragazzi e persone con difficoltà comunicative. Ha prestato servizio Camilla Lami , interprete Lis della sezione di Pisa dell’Ente nazionale sordi, che ha tradotto ogni parola e gesto con sensibilità e partecipazione.
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