Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE
Mutilazioni genitali femminili e matrimoni precoci e forzati: due fenomeni ancora sommersi e troppo spesso ignorati anche in Italia, nonostante rappresentino gravi violazioni dei diritti umani. Sono oltre 230 milioni le donne e le ragazze nel mondo che hanno subito mutilazioni genitali femminili (Mgf) e circa 650 milioni quelle che si sono sposate prima dei 18 anni. È con l’obiettivo di prevenirli e contrastarli che prende il via Safe – Support and aid for female genital mutilation and early and forced marriage, nuovo progetto europeo co-finanziato dal programma Cerv della Commissione europea e attivo in sei Paesi dell’Ue. In Italia il coordinamento è affidato ad ActionAid. Al centro dell’iniziativa, che si concluderà nel 2027, un approccio che unisce formazione, advocacy e lavoro di prossimità nelle comunità più vulnerabili, in particolare nei contesti urbani di Milano e Roma. Le attività coinvolgono attori chiave come scuole, centri giovanili, servizi socio-sanitari, istituzioni e comunità religiose. Particolare attenzione è rivolta anche a rifugiati e richiedenti asilo, grazie a percorsi informativi e formativi guidati da Community Expert, figure ponte tra comunità migranti e servizi. “In Italia vivono circa 87.600 donne con mutilazioni genitali femminili, e dal 2019 si registrano più di cento casi di matrimoni forzati, con nazionalità pakistana o bengalese – sottolinea ActionAid –. Numeri che richiedono un impegno deciso, continuativo e radicato nei territori”. Tra le testimonianze raccolte, quella di Riham, community expert per ActionAid: “Avevo dodici anni quando ho capito che alcune violenze non lasciano cicatrici visibili, ma lasciano il silenzio. Da allora ho scelto di lavorare per spezzare quel silenzio”. Safe è implementato da sei organizzazioni partner in Italia, Germania, Irlanda, Spagna, Francia e Belgio. ActionAid opera in sinergia con il network europeo End Fgm Eu, di cui è parte attiva dal 2016.
Fonte: Agensir