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Un momento di grazia per la diocesi e per l’intera comunità del Seminario: sabato 24 maggio due nuovi sacerdoti verranno ordinati da monsignor Fortunato Morrone nella Basilica Cattedrale.
La comunità diocesana e la famiglia del Seminario arcivescovile di Reggio Calabria - Bova si preparano a vivere un altro momento di gioia all’insegna delle vocazioni. È tutto pronto per l’ordinazione presbiterale dei diaconi don Angelo Pensabene e don Pietro Casciano, che avverrà per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria dell’arcivescovo metropolita, monsignor Fortunato Morrone.
I due giovani, che hanno completato il loro cammino vocazionale e formativo al Seminario di Reggio Calabria, pronunceranno con emozione e consapevolezza il loro «Eccomi» e saranno consacrati presbiteri sabato 24 maggio, festa di Maria Ausiliatrice, presso la Basilica Cattedrale di Reggio Calabria. La celebrazione è fissata per le 18.30 e si preannuncia come un evento di grande gioia e partecipazione (scarica qui il libretto)
A precedere l’ordinazione, venerdì 23 maggio alle 21.30 si terrà una Veglia di preghiera presso la Cappella maggiore “San Paolo” del Seminario arcivescovile. Un momento spirituale intenso, durante il quale l’intera comunità si stringerà attorno ai due futuri presbiteri per invocare il dono dello Spirito Santo e affidare a Maria il ministero che don Pietro e don Angelo si preparano a vivere al servizio della Chiesa di Reggio Calabria - Bova.
Don Angelo Pensabene è stato ordinato diacono il 30 ottobre 2023 nella parrocchia di San Biagio a Gallico Superiore. In quella stessa comunità celebrerà la sua prima Messa domenica 25 maggio alle 19, in un clima di forte commozione e gratitudine.
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Nella stessa giornata, don Pietro Casciano presiederà per la prima volta la celebrazione eucaristica da sacerdote alle 17, nella sua comunità di Santa Maria del Buon Consiglio a Ravagnese, dove era stato ordinato diacono il 4 ottobre 2023.
I due futuri presbiteri potranno così condividere la gioia di questo importante traguardo con le loro comunità parrocchiali, con gli amici e con i familiari che li hanno accompagnati con la preghiera e l’affetto lungo tutto il percorso di formazione, vissuto nella fedeltà al Signore, al servizio della Chiesa e dei fratelli.
«Ogni vocazione è una convocazione. È questo che posso testimoniare con ferma fede alla luce della mia piccola esperienza di vita», aveva detto don Pietro Casciano, nell’immediatezza della sua ordinazione diaconale. In questo donarsi al Signore e al prossimo, aveva detto invece don Angelo Pensabene, «mi accompagna anche lo stupore se mi fermo per un attimo a ripensare che solo sette anni fa ero dietro una scrivania, immerso nel mio lavoro quotidiano tra numeri, scadenze e consulenze».
A precedere le ordinazioni sacerdotali di sabato 24 maggio, un altro momento all'insegna del dono delle vocazioni: la Veglia diocesana per la 62ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Un momento che ha raccolto la comunità intorno al Vangelo e al silenzio, nel segno della fiducia e della responsabilità.
«Credere», «Sperare», «Amare». Tre verbi semplici e profondi hanno guidato il cammino di preghiera e riflessione durante la Veglia diocesana in preparazione alla 62ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, celebrata in tutta la Chiesa universale. L’incontro si è svolto sabato 10 maggio 2025, alle ore 21, presso la Parrocchia “Maria Santissima del Carmelo” nel quartiere Archi di Reggio Calabria. Un momento intenso e partecipato, presieduto dal Vescovo Fortunato Morrone (Arcivescovo della Diocesi Reggio-Bova). La Veglia ha saputo unire generazioni e storie diverse in un unico tempo di Adorazione, silenzio e ascolto.
La Veglia si è aperta all’esterno della chiesa, sul sagrato, dove tutti i presenti hanno rinnovato le promesse battesimali. È stato un gesto simbolico e potente: ripartire dal proprio Battesimo per riscoprire, nel profondo, la radice di ogni vocazione. Dopo il rinnovo, i fedeli hanno seguito in cammino il Libro dei Vangeli, accompagnati da parole e segni che hanno aiutato ciascuno ad interrogarsi sul proprio posto nella storia della salvezza. Uno degli aspetti più significativi dell’evento è stata la collaborazione tra 3 realtà della Curia diocesana: l’Ufficio per la Pastorale delle Vocazioni, l’Ufficio per la Pastorale della Famiglia e della Pastorale Giovanile.
Insieme hanno costruito una Veglia capace di parlare a tutti: non solo a chi si interroga su una vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata, ma anche a coloro che vivono la chiamata nella quotidianità, attraverso il matrimonio, l’impegno laicale, il lavoro, lo studio, la sofferenza o l’ anzianità. Ogni vita è vocazione, ogni risposta al bene è una forma di adesione al progetto di Dio. Il Vescovo Fortunato ha sottolineato che credere è necessario per trovare motivazioni profonde, sperare è essenziale per sognare un futuro possibile, amare è ciò che rende concreta e visibile ogni scelta di bene. Le tre parole non sono concetti astratti, ma forze in movimento che spingono ciascuno a rileggere la propria storia alla luce della chiamata di Dio.
Il messaggio dell’amato Papa Francesco, richiamato anche nel testo della Bolla per il Giubileo 2025, ha dato ulteriore forza al momento: «In qualunque genere di vita, non si vive senza queste tre propensioni dell’anima: credere, sperare, amare » (Francesco, Spes non confundit, 3). È da qui che nasce la vocazione, qualunque forma essa assuma. Al momento di preghiera erano presenti famiglie, fidanzati, giovani, religiosi, seminaristi, ministranti e molti laici impegnati.
La Veglia è stata occasione, anche attraverso il contributo del canto eseguito da coristi di diverse realtà della Diocesi, non solo per invocare nuove vocazioni, ma anche per rinnovare la consapevolezza che ogni cammino è prezioso nella comunità ecclesiale. La Chiesa ha bisogno di sacerdoti e religiosi, ma anche di laici che vivano la fede in famiglia, nelle professioni, nelle relazioni quotidiane, portando il Vangelo nel mondo.
«Pregare per le vocazioni – ha ricordato don Danilo Latella, direttore del Centro Diocesano Vocazioni e Parroco della Parrocchia – è forse la cosa più utile che possiamo fare oggi. È un gesto che coinvolge tutti: è preghiera per la Chiesa, per ciascuno di noi, per chi sta cercando e per chi ha già detto il suo “sì”». La Veglia si è conclusa con un tempo di silenzio davanti all’Eucaristia.
Un invito forte a fermarsi, a mettersi in ascolto, a lasciarsi interrogare. Perché nessuno risponde da solo alla chiamata di Dio: è nella comunità che si cresce, che si discerne, che si ama. In un tempo in cui tutto sembra spingere verso decisioni rapide e superficiali, questo momento di preghiera ha ricordato il valore del silenzio abitato, dell’ascolto profondo, della libertà interiore. Un tempo in cui, davvero, ognuno ha potuto riscoprirsi chiamato per nome a vivere con pienezza e responsabilità il dono della propria vita.
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