Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria, consegnate le chiavi del cantiere
L’amministrazione comunale ha consegnato ufficialmente l’area di cantiere al raggruppamento di imprese vincitore del bando ministeriale.
Da possibile obiettivo della strage di Duisburg del 2007 alla latitanza "a piede libero" nella stessa cittadina tedesca: ecco la storia di Antonio Strangio, 44enne di San Luca, arrestato dalla polizia mentre durante il proprio turno di lavoro. Deve scontare una condanna a cinque anni per traffico di droga.
La curiosa vicenda di Antonio Strangio, 44enne di San Luca detto "u meccanicu" è emersa durante i rilievi per un incidente stradale, avvenuto proprio a Duisburg.
Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE
Intervenuta sul luogo del sinistro, la polizia locale nel verificare i documenti di una delle persone coinvolte si è resa che si trattava proprio del latitante Antonio Strangio. Strangio, infatti, non nascondeva la propria identità. Tra l'altro l'incidente è avvenuto durante un suo turno di lavoro: era alla guida del furgone della società di consegne postali presso la quale attualmente risultava impiegato.
Oltre ad una condanna per traffico di droga, a carico del 44enne pendeva un mandato di arresto europeo emesso su richiesta del Procuratore distrettuale di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, e del Procuratore aggiunto, Giuseppe Lombardo. Strangio, tra l'altro, é legato da rapporti di parentela con esponenti di primo piano dell'omonima cosca di 'ndrangheta di San Luca. É cugino, infatti, di Francesco Pelle, detto "Ciccio Pakistan", e di Antonio Pelle, alias "Vanchelli".
La Dda di Reggio, dopo l'arresto ha avviato nei suoi confronti la procedura di estradizione in Italia.
Un episodio curioso, dunque, quello che ha visto coinvolto Antonio Strangio, 17 anni fa scampato alla carneficina di Ferragosto che non solo fece conoscere al mondo la città tedesca di Duisburg, ma anche di cosa fossero capaci i clan di 'ndrangheta. Proprio a Duisburg sono scattate le manette ai suoi polsi.
Strangio scampò solo per un caso fortuito alla strage in cui furono uccise sei persone nell'ambito della faida di San Luca. Ritenuto dagli inquirenti contiguo alla cosca "Pelle-Vanchelli", lavorava proprio nel 2007 nel ristorante "Da Bruno", nel parcheggio del quale fu commessa la strage.
PER APPROFONDIRE: Affari in Europa, Bombardieri: «Così la ‘ndrangheta reinveste i proventi della droga»
Gli inquirenti ritengono che proprio per i suoi legami di parentela con i "Pelle-Vottari" Strangio potesse essere uno degli obiettivi degli assassini, ma si salvò per il fatto che aveva lasciato il locale prima di mezzanotte dopo avere concluso il suo turno di lavoro.
Nel corso degli accertamenti e delle perquisizioni che fecero seguito alla strage, nell'armadietto di Sebastiano Strangio, proprietario del locale ed una delle sei vittime, fu trovato un fucile d'assalto di fabbricazione statunitense, mentre in quello dello stesso Antonio Strangio furono rinvenute 280 cartucce calibro 357 magnum.
Il nome di Strangio, inoltre, compare anche nell'informativa dell'inchiesta antimafia "Crimine", condotta dalla Dda di Reggio Calabria nel settembre del 2009. Il latitante, infatti, fu ripreso mentre, alla guida della sua auto, si recava a Polsi in occasione della festa della Madonna della montagna, giorno in cui le cosche più importanti di 'ndrangheta tenevano tradizionalmente un "summit" nella località aspromontana.
L’amministrazione comunale ha consegnato ufficialmente l’area di cantiere al raggruppamento di imprese vincitore del bando ministeriale.
Il torneo di quest’anno sarà girone unico quindi «più impegnativo e stimolante» Con l’inizio della
Il sindaco Falcomatà: «Sui servizi, in dieci anni fatti passi avanti». L’assessore Nucera: «Sì ad una programmazione più efficace, attenta alle fasce svantaggiate».