Avvenire di Calabria

Ecumenismo: mons. Oliverio (Lungro), ricordare il Concilio di Nicea per coltivare il desiderio di preservare l’unità ed essere testimoni del Vangelo

di Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


I 1700 anni della celebrazione del Concilio ecumenico di Nicea “possono aiutare noi cristiani di oggi a ripensare, nel senso di una conversione del cuore e di un ricentramento delle nostre vite in Cristo Gesù, alla nostra fede nella morte e Risurrezione di Gesù Cristo nostro Signore”. Lo ha detto mons. Donato Oliverio, eparca di Lungro degli Italo Albanesi dell’Italia Continentale, intervenendo sul tema “Cristo al centro del mondo oggi” alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale “San Tommaso d’Aquino” di Napoli all’incontro ieri “Nella luce della Pasqua. Dal Concilio di Nicea nella Chiesa del XXI secolo”. Per il vescovo, di fronte ad un “mondo confuso e sempre più liquido, dove domina il relativismo e la Chiesa rischia di perdersi con il mondo, piuttosto che evangelizzarlo ed innalzarlo, è oggi più che mai necessario vegliare sul deposito della fede, proteggendo la fede dal ‘potere politico’ di oggi, dal tiranno del momento”. Il Concilio di Nicea interpella i cristiani di oggi anche riguardo la data della Pasqua, dal momento che “non siamo ancora capaci di unirci nella celebrazione della Risurrezione di Cristo in una stessa data. Era nei desideri del Papa e del Patriarca di incontrarsi a Nicea per avviare un nuovo tempo di unificazione delle date di Pasqua per tutti i cristiani. Noi continuiamo a non far mancare il desiderio perché, prima o poi, questo avvenga”, ha detto l’Eparca di Lungro aggiungendo che al di là della data della Pasqua, e alla luce dei tempi che viviamo, oggi “sembra quanto mai necessario promuovere una conoscenza storico-teologica del Concilio di Nicea e della sua ricezione, per far comprendere quanto sia attuale e fecondo questo Concilio per la vita quotidiana della Chiesa del XXI secolo, chiamata a confrontarsi con antiche e nuove sfide a livello universale e locale”. Quel Concilio, a 1700 anni di distanza, ha ancora “molto da dire ai cristiani e questo anno giubilare è da vivere nella luce del Concilio di Nicea. Una maggiore conoscenza di ciò che è stato il Concilio di Nicea e della tradizione nicena può riportare – e di questo oggi il mondo ha una sete inimmaginabile –al centro della vita cristiana il Cristo, vero Dio e vero uomo, oltre che il desiderio di coltivare e preservare l’unità, per essere testimoni fedeli del Vangelo di Cristo”.

Fonte: Agensir

Articoli Correlati

Tags: