Avvenire di Calabria

Dalla baraccopoli alla città: il percorso di integrazione abitativa che ha riscritto una nuova pagina di storia

Ex Polveriera, il superamento del ghetto un fatto storico per Reggio Calabria

L’equa dislocazione abitativa delle famiglie rom rappresenta un modello di integrazione

di Giacomo Marino *

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Il superamento del ghetto dell’ex Polveriera di Ciccarello attraverso l’equa dislocazione abitativa richiesta dalle famiglie rom è un fatto storico che ha innovato la politica urbana della città in contrapposizione alla predominante politica della ghettizzazione e della frammentazione sociale. Il ghetto dell’ex Polveriera non è nato ed è durato per 70 anni per l’occupazione irregolare di un terreno demaniale da parte delle famiglie rom, ma è nato ed è durato decenni per la drammatica chiusura esistente verso queste famiglie da parte della città.



Difatti, per questa chiusura, le famiglie rom sono state costrette per decenni a vivere nelle baraccopoli anche sui letti delle fiumare. Quindi il superamento del ghetto con l’equa dislocazione abitativa richiesta dalle stesse famiglie rom costituisce un passo importante con il quale la città ha cominciato a superare il rifiuto dell’«altro» attraverso la politica urbana della «mixitè sociale». È necessario ricordare che il programma urbano dell’equa dislocazione abitativa è nato negli anni Novanta dalla richiesta delle stesse famiglie rom presentata dall’Opera Nomadi all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Italo Falcomatà.


PER APPROFONDIRE: Baracche addio, al via la rigenerazione di Modena – Ciccarello


L’amministrazione, nonostante le tante opposizioni e con un percorso durato 6 anni dal 1993 al 1999, ha accettato la proposta dei rom attraverso diversi atti amministrativi. La scelta lungimirante e determinata dell’amministrazione di Italo Falcomatà e la volontà dei rom hanno consentito che l’equa dislocazione abitativa potesse essere applicata nei decenni successivi, nonostante il modello urbano predominante della «politica urbana del ghetto» si fosse consolidato con la costruzione di circa 1000 (mille!) alloggi popolari concentrati ad Arghillà nord.

Difatti, dal 2003 al 2008 l’amministrazione Scopelliti ha equamente dislocato in diversi quartieri della città la gran parte delle famiglie rom del ghetto dell’ex caserma «208». Successivamente, dal 2018 al 2025, l’amministrazione comunale guidata da Giuseppe Falcomatà ha equamente dislocato le 32 famiglie rom del ghetto dell’ex Polveriera, senza che nessuna famiglia venisse collocata nel ghetto di Arghillà.



L’equa dislocazione abitativa è stata ed è ancora oggi un percorso di inclusione sociale applicato alle famiglie rom e, nonostante le difficoltà e le resistenze incontrate, ha prodotto e continua a produrre ottimi risultati. La «mixitè sociale», anche se è stata applicata soprattutto per le famiglie rom, è una politica urbana universale che garantisce il pieno «diritto alla città» e costituisce l’unico anticorpo alla politica della segregazione urbana. Tutto questo la città lo deve alle famiglie rom.

* Un Mondo di Mondi

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